Cinque giorni di mobilitazione in Lombardia, da oggi (lunedì 17 settembre) a venerdì 21, per i lavoratori degli Istituti clinici scientifici della Fondazione Maugeri. A motivare la protesta, indetta da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials e Usb, la decisione unilaterale della direzione aziendale, assunta all’inizio di luglio, di voler applicare al personale il contratto della sanità privata Aris Aiop (disdettando quello della sanità pubblica, che è stato rinnovato nel maggio scorso) e di azzerare la contrattazione di secondo livello.

“È stato un atto unilaterale, mentre a un tavolo nazionale si stava discutendo l’applicazione del contratto della sanità pubblica rinnovato nei mesi scorsi”, spiega Gilberto Creston, segretario della Fp Cgil della Lombardia: “A fronte della nostra richiesta di applicarne la parte economica, la Fondazione Maugeri ha risposto con la disdetta. Un atto inaccettabile sia nel merito sia nel metodo”. L’esponente sindacale, inoltre, sottolinea che “la decisione è stata presa da un giorno all’altro, venendo meno all’accordo del dicembre 2017 in cui si impegnavano a prolungare l’applicazione del ccnl della sanità pubblica”. In conclusione, Creston si augura “che dopo lo sciopero ci sia un ripensamento da parte di Maugeri e la volontà di riprendere un confronto che, a parole, hanno sempre dichiarato di voler attuare, ma che nella realtà sta andando nella direzione opposta”.

Particolarmente forte è la protesta a Pavia, cuore direzionale della Fondazione Maugeri, dove il 21 settembre gli oltre mille infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici scenderanno in sciopero. I sindacati rimarcano che “negli ultimi tre anni i dipendenti hanno già fatto numerosi sacrifici, rinunciando anche a parte dello stipendio, così da garantire a Maugeri un risparmio di otto milioni di euro”. E tra gli effetti dell’applicazione del ccnl Aris Aiop c’è il rincaro della mensa: dal 1° settembre, infatti, si pagano 0,52 centesimi in più (un aumento pari al 50 per cento del suo valore), per un aggravio complessivo per i dipendenti di 130 euro l’anno.