Anche l’ultimo tentativo di conciliazione, quello di martedì 31 luglio al ministero delle Infrastrutture, è fallito. Per Air Italy, dunque, si annuncia un periodo di grande turbolenza. Per lunedì 10 settembre Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta hanno indetto quattro ore di sciopero (dalle ore 8 alle 12) del personale della compagnia aerea sarda, nata dalla fusione con Meridiana e controllata dalla Aqa Holding (joint venture di Alisarda e Qatar Airways). A motivare la protesta la decisione aziendale di trasferire 51 lavoratori di terra da Olbia a Malpensa, pari al 16 per cento dei dipendenti. Ma la preoccupazione di sindacati ed enti territoriali è che si voglia procedere allo “svuotamento” della centrale operativa della Sardegna, con una delocalizzazione realizzata un pezzo alla volta.

“L’azienda ritiri i 51 trasferimenti del personale di terra: i dipendenti potrebbero materialmente continuare a prestare la propria opera dall’attuale sede di lavoro, senza oneri a carico dell'azienda e alcun pregiudizio funzionale”. Questa la posizione dei sindacati, che chiedono anche la “promozione di un vero piano industriale di sviluppo”. Filt, Fit, Uiltrasporti e Ugl temono che la riduzione della forza lavoro in Sardegna possa essere “solo una fase propedeutica che nel corso del tempo andrebbe ad ampliare la platea dei trasferimenti. Ciò costituirebbe un indebolimento per l’intero sistema del trasporto aereo sardo, che invece va rafforzato e potenziato”.

I sindacati condividono l’esigenza della compagnia “che l’hub principale di riferimento, per lo sviluppo dell'azienda, debba essere lo scalo di Malpensa, ma tale crescita deve riguardare tutti gli hub, compreso la Sardegna”. La scelta di Air Italy, nei fatti, per le categorie del trasporto aereo “trasformerebbe i trasferimenti in veri e propri licenziamenti, su un territorio che ha già dato tantissimo sotto il punto di vista dei sacrifici occupazionali, anche nello specifico dell'azienda in questione, al momento della fusione di Meridiana e Air Italy”. Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta evidenziano anche che “in questi anni la compagnia ha beneficiato di ammortizzatori sociali a carico della collettività, proprio allo scopo di favorire un percorso di rilancio dell'occupazione nel territorio sardo”.

Da Air Italy, per ora, non arriva alcun segnale di distensione. La compagnia aerea, infatti, con un comunicato ha fatto sapere che “se sarà costretta a operare in un ambiente ostile, il progetto, già di per sé molto sfidante e caratterizzato da un enorme impegno finanziario, verrà abbandonato”. La compagnia, inoltre, ha precisato che “la decisione di trasferire a Malpensa alcune unità organizzative relative al personale di terra è stata assunta al termine di un processo di analisi durato diversi mesi. Questa riorganizzazione è stata sostenuta con forza da tutti i manager coinvolti e motivata da ragioni industriali evidentemente collegate alla realizzazione di hub nell'aeroporto intercontinentale di Milano”.