Biden e il discorso per i primi 100 giorni di presidenza all’insegna di consistenti investimenti pubblici e più tasse per i ricchi. Gli arresti in Francia e dolore delle vittime. Speranza che supera lo scoglio della sfiducia parlamentare e il centro destra diviso al voto. Ma i morti per Covid non diminuiscono e i nuovi contagi non scendono. E la pandemia sociale non arretra, mentre la multinazionale degli elettrodomestici Whirlpool non arresta: a Napoli si chiude

Prime pagine

Il Sole 24 ore apre sul mondo: “Biden, maxi piano di aiuti alle famiglie. E in 100 giorni Wall Street va alle stelle”. Passando al Corriere  della Sera si torna in Italia: “Terroristi, svolta di Macron”. Stessa scelta quella compiuta da La Repubblica: “Anni di piombo, ultimo atto”. Anche Il Messaggero titola sugli arresti in Francia: “Fine della corsa”. Per La Stampa: “Anni di piombo, ferita risanata”. Mentre il Fatto Quotidiano apre su: “Dossieraggi al Csm: funzionaria indagata”. Infine il Manifesto pubblica una grande foto notizia dell’Eliseo e titola: “C’era un volta”. Titolazione ancora differente quella di Avvenire: “Legge anti-omofobia, ora un dialogo vero”.

Le interviste

Il Manifesto, a pag. 5, dialoga con l’economista barese Gianfranco Viesti. Il tema è il Pnrr: “Se negli anni 70 c’era una dirompente voglia di cambiare, oggi viviamo in un eccesso di adattamento alla realtà”. Alla domanda se i fondi del Piano saranno sufficienti, Viesti risponde: “Dipende da come saranno spesi. Ai fondi stanziati dalla Commissione Eu vanno aggiunti quelli nazionali. Nel presidente Biden vedo, tuttavia, una capacità di intervento molto maggiore rispetto a quella che c’è oggi in Europa. Dobbiamo essere più ambiziosi. Alla crescita descritta come sostenibile ecologicamente dovrebbe aggiungersi una inclusiva socialmente. Per crescita, oggi, si intende il recupero del gap di produzione provocato dal Covid. Non basta, senza maggiore inclusione dei cittadini con salari decenti, istruzione, salute, partecipazione alla vita collettiva. Il progetto europeo avrà futuro, spero, se produrrà benefici per tutti gli europei e non solo per i ceti medio alti favoriti dai cambiamenti della tecnologia e dell’economia”.
Che tipo di occupazione è quella prevista dal piano, domanda Roberto Ciccarelli, e Viesti risponde: “È una grande incognita. Se fosse un’occupazione diversa, questa stima modesta quantitativamente andrebbe letta insieme a un miglioramento qualitativo. Occupazione migliore significa tempo indeterminato, con migliori condizioni di lavoro, sia nel privato che nel pubblico. Spero che il Piano di ripresa riesca a provocare aspettative diffuse di miglioramento e porti a una nuova stagione di investimenti da parte delle imprese”. La conversazione è lunga e affronta diversi temi, dalla conversione sociale ed economica che rischia di essere solo un restyling del capitalismo, alla mancanza di una idea complessiva di paese, e merita di esser letta integralmente. Chiudiamo con l’ultima affermazione dell’economista barese che ragiona sul rapporto centro regioni e dice: “È un problema serissimo. Parte della soluzione può essere di tipo giuridico istituzionale, come clausola di supremazia. Resto però convinto che il nodo sia di carattere politico. L’eccesso di protagonismo dei presidenti di regione è il frutto contemporaneamente della debolezza dei governi nazionali e di quella dei partiti che creano dialogo e condivisione tra le èlite locali e nazionali”.

 Diverso il tono delle affermazioni di Matteo Colaninno, parlamentare di Italia Viva, e vice presidente della Piaggio, l’intervista è pubblicata a pag. 33 del Corriere della Sera: “La qualità del Piano e la quantità di risorse disponibili servono a riparare i danni della pandemia, ma soprattutto a ridisegnare un diverso Paese, più coerente e moderno…. È l’occasione per cambiare il nostro destino nei prossimi due decenni. La consapevolezza del mondo delle imprese e dei lavoratori mi pare esserci, l’unità di intenti e la forza di una maggioranza ampia devono dispiegare questa consapevolezza in modo diffuso in tutta la nazione”.

Altro quotidiano, La Stampa, altro imprenditore, Marco Tronchetti Provera. L’asse centrale della conversazione è la necessità di essere uniti e di fare ciascuno la propria parte per far ripartire il Paese. Per quanto riguarda i contenuti del Pnrr, Tronchetti Provera afferma: “Il punto di partenza è che, nella transizione ambientale, l’Italia e le sue imprese non sono seconde a nessuno. Dobbiamo far leva sulle risorse migliori che ci sono per trascinare tutto il Paese. Bisogna cambiare approccio”. E aggiunge: “Il Pnrr non è realizzabile senza un cambiamento delle procedure, dei regolamenti e di molte altre norme amministrative, civili e penali. Nei prossimi mesi ci giochiamo i prossimi decenni. Le scadenze temporali sono necessarie e il cammino deve essere irreversibile”. E rispondendo a una domanda sul ruolo delle parti sociali, l’Ad di Pirelli risponde: “Dobbiamo lavorare tutti insieme per aiutare il governo a realizzare il Piano, evidenziando i punti difficili ed evitando atteggiamenti corporativi. È una partita che devono giocare tutti, dai sindacati agli imprenditori a tutte le parti sociali fino agli enti locali per mettersi al servizio del Paese. Dobbiamo chiarire chi è di aiuto e chi no, e mettere in evidenza chi ostacola”.
Infine, su La Gazzetta del Mezzogiorno, il presidente della Svimez Adriano Giannola sostiene che per mettere in sicurezza il Recovery, per il Sud occorre prevedere una regia centrale che supporti regioni e comuni nella realizzazione del Piano.

Tutti i quotidiani pubblicano interviste ai familiari delle vittime delle azioni dei terroristi arrestati ieri a Parigi, o a magistrati legati alle indagini sugli anni di piombo. Sia il Corriere della Sera che La Repubblica hanno ascoltato la ministra della giustizia Marta Cartabia che afferma: “Ha vinto la sete di giustizia e di riconciliazione non la vendetta” e prosegue: “Un atto di fiducia importante per le istituzioni italiane. La svolta? L’incontro Dupont- Moretti e il dialogo Draghi Macron. Parigi ha riparato a una ferita aperta da 40 anni. Il perdono? Nel piano di riforme ci sarà spazio per percorsi di ricostruzione”.

Editoriali e commenti

Alberto Magnani a pag. 16 de Il Sole 24 ore scrive: “….L’incubo iniziato con il focolaio di Wuhan è riuscito a evidenziare un’urgenza che sembrava rimasta in sospeso: le diseguaglianze erano un problema prima del coronavirus e lo diventeranno, ancor più, nel risveglio dal disastro sanitario ed economico dell’epidemia. È vero su scala globale, dove la pandemia e la successiva campagna vaccinale stanno rimarcando ancora una volta il divario tra le aree più ricche e povere del pianeta. Ed è vero in Italia che sta riemergendo ancora più spaccata e duale dal coronavirus, acuendo le disparità preesistenti al un virus comparso per la prima volta nelle nostre cronache nel febbraio 2020….. il gap geografico è solo un esempio, fra i tanti dualismi che tratteggiano la mappa delle diseguaglianze italiane: nuove generazioni sfavorite rispetto a quelle precedenti, grazie al privilegio di aver vissuto due crisi globali nell’arco poco più di un decennio; donne discriminate e osteggiate in un ambiente di lavoro che resta a saldo dominio maschile, mortificando competenze e curricola superiori ai colleghi uomini; precari condannati a uno stato perenne di instabilità, contro le garanzie riservate ai colleghi più tutelati..”. la conclusione dell’articolo merita: “Il Covid-19 è stato la doccia gelida che ha vanificato i progressi e messo a nudo le fragilità pregresse del mercato del lavoro italiano rispetto alle sue nuove leve: stipendi inferiori alla media europea, proliferazione del precariato e forme di para-subordinazione, possibilità di crescita ancorate più all’anzianità che ai meriti, taglia micro delle imprese e conduzioni familistiche  che impediscono il ricambio generazionale decisivo per la sopravvivenza della nostra economia.

A pagina 10 di Domani gli economisti Maurizio Franzini e Michele Reitano firmano un’interessate analisi sul sistema di finanziamento del welfare: “Questa nostra epoca è molto diversa da quella in cui furono concepiti i moderni sistemi di welfare anche perché allora si poteva ritenere che il lavoro avrebbe certamente generato, a cascata, un finanziamento della spesa sociale, redditi adeguati per tutti i componenti della famiglia e prestazioni di welfare generose. Oggi, invece, le cose stanno piuttosto diversamente ed è importante prenderne atto. Consideriamo le seguenti tre condizioni: la quota di reddito assegnata al lavoro è limitata (e distribuita in modo diseguale); le prestazioni del welfare sono eque: le risorse del finanziamento del welfare provengono largamente dai contributi. Il trilemma consiste nel fatto che possiamo soddisfare due, a piacimento, di queste condizioni ma non possiamo conseguirle tutte e tre simultaneamente. Quindi le strade che si hanno davanti sono tre (più le loro possibili combinazioni) ridare centralità al lavoro, aumentando la quota di reddito nazionale a esso destinato e riducendo le diseguaglianze al suo interno; ridurre le prestazioni di welfare; modificare le forme di finanziamento del welfare. Sarebbe bene che su questo menù riflettesse chi ha a cuore il futuro della protezione sociale e, in particolare, del sistema previdenziale”.

Su Il sole 24 ore, da leggere una interessante confronto di documenti appena presentati dal governo: Il Def e il Pnrr, firmata dall’economista Ignazio Angeloni che afferma: “Il piano Draghi è coraggioso ma ha due punti deboli: spese correnti e banche. In alcuni momenti fare debito è giusto, ma non deve mai mancare una visione chiara di come ridurlo in futuro”.

L’ex consigliere per l’innovazione di Obama Ross Alec, firma a pag. 23 de La Repubblica un’analisi tra la presidenza Biden e quella Obama: “Obama procedeva per piccoli passi, il nuovo presidente ha scelto invece i grandi balzi in avanti: in economia come nella crisi Covid, 100 giorni all’insegna delle novità”.

Moltissimi gli editoriali sugli arresti di ieri. Da Benedetta Tobagi a Ezio Mauro, da Giovanni Bianconi, da Olga D’Antona a Marcello Sorgi e Adriano Sofri.

Economia lavoro e sindacato

“Più istruzione gratuita per tutti, università inclusa. Più assistenza alle famiglie con figli, e asili nido”. Joe Biden celebra i suoi primi 100 giorni di governo lanciando un nuovo ambizioso programma di riforme sociali, il terzo in tre mesi: American Families Plan. È la vera novità di un discorso che sottolinea i successi già raggiunti con le vaccinazioni, la ripresa economica, i sussidi a una maggioranza di cittadini. Si aggiunge al piano per la modernizzazione delle infrastrutture e le energie rinnovabili. Un terzo di queste manovre è già realizzato (1.900 miliardi), se le altre due passeranno al Congresso il volume di spesa pubblica aggiuntiva raggiungerà 5.700 miliardi di dollari, uno sforzo finanziario che non ha precedenti dalla seconda guerra mondiale. “Ma pagheranno solo le imprese e i ricchi”, garantisce il preside”. Questo l’incipit della corrispondenza da New York di Federico Fubini pubblicata da La Repubblica.
Anche Il Sole 24 ore dedica un pezzo di Marco Valsania a ciò che accade al di là dell’oceano: “La rivoluzione sociale di Biden: 1.800 miliardi per i ceti medio bassi”.

Per quanto riguarda l’Italia, sempre su Il Sole 24 ore, Celestina Dominelli e Carmine Fotina firmano un pezzo che illustra “i 220 progetti previsti dal Recovey: ecobonus, cloud, 4.0, asili”.
Mentre Enrico Marro sul Corriere della Sera scrive: “Ieri, quattro ministri dell’Economia, Daniele Franco per l’Italia, Olaf Scholz per la Germania, Bruno La Maire per la Francia, e Nadia Calvino per la Spagna, hanno presentato in video conferenza i rispettivi Pnrr. Franco ha sottolineato che solo se chiudiamo i divari di genere, generazionali e regionali, possiamo raggiungere una crescita robusta e sostenibile”.

Molto spazio dedicato al voto sulla mozione di sfiducia al ministro della Salute Speranza. La sfiducia non è passata, Lega e Forza Italia hanno votato a favore di Speranza. Sempre dal fronte pandemia alcune notizie. Prima di tutto i numeri, ieri si è superata la soglia dei 120 morti per Covid in Italia e i nuovi contagiati hanno superato quota 13mila.  Alberto D’Argenio a pag. 10 de La Repubblica annuncia: “Intesa con Pfizer da 1,8 miliardi di dosi, la svolta dell’Europa. La spinta di Draghi e gli sms di Von der Leyen all’Ad Bourdla dopo i forfait di AstraZeneca. Così è nato l’accordo che assicurerà all’Ue la copertura per il prossimo biennio”.

Ieri la giornata dedicata alla salute e sicurezza sul lavoro. Su Collettiva.it il resoconto della iniziativa di Cgil Cisl e Uil firmato da Davide Orecchio: “Landini, salute e sicurezza vengono prima del profitto”

Infine le vertenze: “Non vogliamo creare false aspettative, non abbiamo intenzione di far ripartire la produzione a Napoli. Lo ha detto Whirlpool al tavolo del Mise”. Questo il testo integrale del trafiletto pubblicato a pag. 19 del Il Sole 24 ore. La Repubblica di Napoli pubblica un pezzo, a firma Tiziana Cozzi, assai più lungo che da conto delle reazioni sindacali: “Ancora una volta un no. I sindacalisti di Fiom, Fim e Uom chiedono l’intervento di Mario Draghi……Barbara Tibaldi, segretaria nazionale della Fiom Cgil dice: È inaccettabile che le multinazionali continuino a guadagnare e lascino a casa i lavoratori”.

Infine a pagina 17 de Il Messaggero si parla di “Alitalia: in arrivo maxi multa della Ue e il dossier Ita finisce in mano a Draghi”.

L’apertura di Collettiva.it è dedicata al rischio spopolamento per i comuni delle aree interne

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L’Agenda degli appuntamenti

Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’Agenda di Collettiva.