“Piuttosto che chiudere le scuole e scaricare il costo sociale della pandemia sulle spalle delle famiglie, degli studenti e dei docenti, la Regione avrebbe dovuto muoversi per tempo per integrare il trasporto pubblico con quello privato” Lo affermano Valentina Fragassi, segretaria generale Cgil, Giuseppe Guagnano, segretario generale Filt Cgil e Rosa Savoia, segretaria generale Flc Cgil.  “La recente sortita dell’assessore regionale ai Trasporti Giovanni Giannini – che pare aver trovato le risorse adatte, ma non le ha quantificate – è intempestiva, giunge infatti con notevole ritardo e dopo molteplici sollecitazioni” proseguono i tre dirigenti sindacali che ritengono fondamentale garantire il diritto allo studio in presenza per i ragazzi e le ragazze della provincia.

Ed allora ecco l’invito dei segretari: “Si avvii subito una consultazione con le parti sociali, come peraltro sollecitato fin da maggio dalla Filt Cgil. Ciò anche al fine di garantire condizioni di piena sicurezza non solo ai fruitori del servizio, ma anche a chi su quei mezzi, oggi sovraffollati, si trova a dover lavorare”. Intervenire in tal modo sarebbe stata ed è ancora una scelta di buon senso, capace di dare risposte a tutta la cittadinanza, in questo periodo di gravi incertezze, e consentirebbe la didattica in presenza agli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori e delle università, sedi che sono al momento tra le più sicure per i nostri ragazzi”.

Infatti, “Se il veicolo principale del contagio è il trasporto pubblico, allora è su quell’aspetto che bisognava investire ed intervenire. Siamo ancora in tempo, sperando che la situazione del contagio non precipiti. Ci sono due aspetti del trasporto pubblico che esigono un cambio di rotta: il sovraffollamento alle fermate e la capienza massima. Sul primo aspetto servirebbe la collaborazione delle forze dell’ordine e delle amministrazioni. Per quanto riguarda la capienza all’80 per cento dei mezzi pubblici, troviamo questo “tetto” un dato fin troppo alto, soprattutto tenendo conto delle rigide regole anti-contagio in vigore”.

E prosegue l’appello sottoscritto da Fragassi, Guagnano e  Savoia “In questa fase eccezionale, utilizzare i bus turistici o il noleggio con conducente per implementare la flotta del trasporto pubblico era la soluzione migliore ed a portata di mano. La proposta del capogruppo di Lecce Città Pubblica nel Consiglio comunale di Lecce, Pierpaolo Patti, e di alcune associazioni di categoria risponde al bisogno, avvertito da studenti e lavoratori, di un trasporto pubblico sicuro ed efficiente. Inoltre fornirebbe un sostegno tangibile alle centinaia di dipendenti (autisti ed impiegati) delle aziende del trasporto privato (più quelli dell’indotto) che soffrono una crisi tremenda fin dallo scorso marzo.

Coinvolgere le aziende private nella gestione del trasporto pubblico non sarebbe la soluzione definitiva per un settore tra i più colpiti dagli effetti della pandemia, tra calo dei traffici e minore mobilità complessiva. Rappresenterebbe però un esempio virtuoso di collaborazione per rispondere da un lato alla necessità di limitare le occasioni di contagio, dall’altro un’opportunità per sopravvivere e guadare la crisi. Le aziende potrebbero così garantire manutenzione ai mezzi e uno stipendio ai propri dipendenti, oggi costretti a ricevere la cassa integrazione Covid, che non è sufficiente per la sussistenza delle famiglie e che purtroppo non sempre arriva puntuale sui conti correnti”

La Cgil Lecce fa suo l’appello alla Regione e lo reitera: piuttosto che chiudere i pochi luoghi della conoscenza, tra i più sicuri, investa nel settore dei trasporti allargando la flotta dei pullman attraverso il coinvolgimento delle aziende private. Soprattutto intervenga immediatamente. Ci rendiamo conto che il momento che viviamo non è semplice, di giorno in giorno siamo costretti a prendere atto di nuove difficoltà rispetto alla pandemia, ma non dobbiamo rinunciare ad un ruolo fondamentale di confronto per trovare rapidamente e col contributo di tutti le soluzioni più idonee ai problemi”.