“La classifica 2019 sulla qualità della vita restituisce per la Puglia un quadro poco confortante, anche se con un lievissimo miglioramento rispetto all'anno precedente, e dinamiche spesso anche molto differenti tra i vari territori. Con Foggia, ad esempio, che presenta un tasso di disoccupazione quasi doppio di quella del Barese”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, in merito all’annuale report sulle province italiane redatto dal Sole 24 Ore.

“A livello regionale, tutte le province sono in crescita, ma forse era difficile fare peggio. Bene Bari al 67° posto, più lontane le altre province, con Foggia che si mette dietro solo Crotone e Caltanissetta. Leggendo i risultati relativi agli indicatori analizzati, è evidente come sulla Capitanata pesi soprattutto il basso tasso di sviluppo e occupazione e, di contro, in negativo la tara di una criminalità che la vede 'maglia nera' per numero di estorsioni. Così come in tutta la Puglia è preoccupante il dato relativo al riciclaggio e impiego di denaro. La mafia che investe proventi illegali nell’economia legale è un problema segnalato dalla Commissione antimafia, ed è confermato dalle indagini delle Dda: si inquina la corretta concorrenza e si incide inevitabilmente su qualità dei servizi e del lavoro”, prosegue il dirigente sindacale.

“Il quadro nazionale conferma un divario Nord-Sud, sia se si analizza il dato delle province che se si guarda alle performance su base regionale. A dispetto di chi lamenta maggiori risorse dello Stato proprio nelle regioni più ricche. Basta leggersi la classifica relativa alla spesa sociale degli enti per quella fascia di popolazione più debole - anziani, disabili, minori -. Data 1000 la spesa della provincia autonoma di Trento, a Bari il valore è 153, nella Bat 68, a Foggia 38,6. Se a tale debolezza del pubblico sommiamo i valori medi dei redditi e le occasioni di lavoro la fotografia rende palese le difficoltà che vivono le famiglie pugliesi”, aggiunge il sindacalista.

“Lo Stato deve preoccuparsi di garantire a tutti i cittadini eguali diritti e servizi, sia a livello quantitativo che qualitativo. Serve con urgenza un piano complessivo di investimenti e trasferimenti per il Mezzogiorno, se non vogliamo vedere desertificata quest’area del Paese. Serve salvaguardare ogni singolo posto di lavoro, affrontando le vertenze aperte senza farle ricadere nel tritacarne della polemica politica. A partire da quella dell’Ilva, passando per Bosch e Banca Popolare di Bari, interventi su bonifiche aree inquinate, affrontando i problemi creati alla nostra agricoltura dalla Xylella, perché non possiamo permetterci di perdere in tali condizioni un altro solo posto. Serve intervenire anche potenziando la pubblica amministrazione e le tutele sociali, migliorando le infrastrutture, contrastando la criminalità organizzata, lo sfruttamento del lavoro, per rendere attrattiva e competitiva la Puglia e tutto il Sud, affinché lo sviluppo assieme a interventi di natura fiscale dello Stato crei occasioni vere di redistribuzione della ricchezza. Altrimenti, ogni anno la classifica potrà vedere solo minimi cambiamenti e risultati che condannano chi vive nel Mezzogiorno del Paese”, conclude l'esponente Cgil.