Nelle carceri italiane la situazione è sempre più grave: in questo periodo il sovraffollamento, che è un problema perenne da anni, incontra il dramma del caldo. E lo scenario diventa ulteriormente delicato.

Basta dare uno sguardo ai numeri. Nel nostro Paese abbiamo una popolazione di 62.728 detenuti, che rappresenta un record storico, con un sovraffollamento medio addirittura del 135%, che supera il 200% a San Vittore, Brescia, Foggia, Lucca. Dall’inizio del 2025, inoltre, si contano già 39 suicidi fra i detenuti e due fra gli agenti penitenziari.

Cgil: è l’ora di porre fine all’emergenza

A intervenire sul tema è Daniela Barbaresi, segretaria confederale della Cgil. Con una richiesta alla base: bisogna porre fine all’emergenza. “L'emergenza carceri va affrontata e risolta – esordisce la sindacalista –, non minimizzata come continua a fare con le sue parole indegne il ministro della Giustizia. Non c'è giorno in cui non compaia una notizia a conferma dell'urgenza di un intervento”.

Gli spazi ridotti e sovraffollati in cui i detenuti restano tutto la giornata per mancanza di attività, prosegue, “con il caldo insopportabile che li rende roventi e aggrava una situazione già insostenibile di disagio, compromettono la salute della popolazione detenuta e di chi in carcere lavora”. Le situazioni personali spesso sfociano in tragedia: “Il numero drammatico dei suicidi è in costante aumento”.

Le parole vergognose di Nordio

In tale contesto le parole del ministro Nordio sono intollerabili: “Sono inaccettabili le dichiarazioni con cui il ministro, nel corso dell'interrogazione sul sovraffollamento, da lui sempre sottovalutato, ha chiuso a ogni forma di liberazione anticipata definendola 'istigazione a delinquere', ed è arrivato a dire che non vi è relazione fra sovraffollamento e suicidi. Parole indegne - ribadisce - per un ministro della Repubblica, che fanno il paio con i silenzi assordanti del ministro della Salute”.

Bisogna intervenire subito

Insomma, occorre intervenire al più presto. “Servono subito misure davvero deflattive - riprende Barbaresi -, perché se non si risolve il sovraffollamento nessun provvedimento potrà essere davvero efficace e incisivo. Non occorrono nuove strutture, moduli prefabbricati, caserme dismesse. Servono adeguate dotazioni organiche di personale: agenti, operatori sanitari, educatori”.

Dignità a chi si trova in carcere

In conclusione, è necessario “declinare finalmente appieno l’articolo 27 della Costituzione, anche raccogliendo il sollecito del Presidente della Repubblica per garantire dignità a chi si trova in carcere, e discutere in Parlamento le proposte già esistenti riguardo le misure alternative, che devono essere davvero tali, e la liberazione anticipata”.

“Sono necessari – infine – provvedimenti in grado di porre finalmente termine alle condizioni drammatiche, inumane, nelle carceri italiane”.