Alla conferenza nazionale sulle politiche industriali organizzata dal Partito Democratico, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha lanciato un grido d’allarme sulla questione salariale in Italia. “Siamo in una fase di aumento delle diseguaglianze che non ha precedenti. E al primo punto c'è una questione salariale grande come una casa”, ha detto. “Mentre calavano salari e investimenti, sono cresciuti i profitti. Ma se non aumentano i salari quando aumentano i profitti, quando devono aumentare?”, ha aggiunto, criticando la mancata redistribuzione: “L’80% dei profitti non è stato redistribuito”.

Una “vertenza fiscale” per ridare risorse e coesione sociale

Landini ha sottolineato l’urgenza di una riforma fiscale come leva per finanziare gli investimenti e rilanciare lo sviluppo. "Il problema di una riforma fiscale degna di questo nome è la condizione per poter avere le risorse che ti permettono di fare gli investimenti non solo per le politiche industriali: per me è politica industriale per far crescere un Paese investire anche nell'istruzione, investire nel diritto alla tassazione, investire nella sanità pubblica, investire cioè nel sistema che è in grado di far crescere. Una delle mobilitazioni che dobbiamo mettere in campo, come sindacato ma non solo, già nei prossimi mesi, si chiama proprio vertenza fiscale, come elemento di ricostruzione anche di una coscienza sociale che sta venendo meno".

Per Landini "è passata l'idea opposta, e uno dei concetti che in questi anni è passato è proprio il cambio stesso della concezione di libertà. Perché è diventata libertà non pagare le tasse, è diventata libertà la competizione fine a sé stessa, e non è più in realtà una libertà quella di costruire una solidarietà, quella di costruire una giustizia sociale”.

Interi settori industriali a rischio: “Serve una nuova strategia pubblica”

Per Landini l’Italia non sta fronteggiando un semplice “calo della produzione industriale: settori strategici come automotive, siderurgia, telecomunicazioni, chimica, tessile, elettrodomestici rischiano di scomparire”. E denuncia: “Se alcune imprese sono ancora aperte, non è grazie ai governi, ma alle lotte dei lavoratori”.

L’urgenza, secondo Landini, è “costituire un fondo straordinario di sostegno al reddito e alla formazione, che vada oltre la cassa integrazione, e creare una vera agenzia pubblica per lo sviluppo che orienti gli investimenti”.

Pubblica amministrazione e salari: “Aumenti sotto l’inflazione”

Un passaggio critico è stato dedicato alla pubblica amministrazione, dove gli aumenti proposti “sono del 6%, inferiori alla perdita del potere d'acquisto causata dall’inflazione. Quello non è un aumento del salario, ma una riduzione programmata del potere d’acquisto”, ha scandito Landini.

“In gioco l’esistenza del sindacato confederale”

Landini ha anche avvertito su un pericolo più ampio: “Oggi è in discussione l’esistenza stessa del sindacato confederale. Governo e imprese vogliono un sindacato corporativo, aziendalista. Ma noi vogliamo ridare al lavoro una rappresentanza collettiva”.

Il leader Cgil critica anche l’idea della partecipazione azionaria: “Non basta dare azioni ai lavoratori. La vera partecipazione è poter conoscere, discutere e negoziare le scelte dell’impresa. E per questo servono regole democratiche: decidere da chi farsi rappresentare e votare”.

Giovani e referendum: “Hanno mandato un messaggio chiaro”

Infine, Landini ha commentato i dati sui referendum che non hanno raggiunto il quorum, sottolineando però un segnale forte: “Nella fascia 18-34 anni, il quorum è stato superato. I giovani hanno voluto mandare un messaggio di cambiamento delle leggi balorde e su una cittadinanza inclusiva. Non possiamo ignorarlo”.