“La grandezza di Di Vittorio è nella possibilità di attualizzare i suoi messaggi, le sue azioni e proposte. Messaggi che avevano la forza di una visione di lungo periodo e fondamenta fatte di valori non contrattabili, immutabili”. Così il segretario generale della Cgil Puglia Pino Gesmundo ha celebrato domenica 3 novembre la figura del padre del sindacalismo italiano a Cerignola, nel corso della due giorni di dibattito attorno alla figura di Giuseppe Di Vittorio nel 62 esimo della sua scomparsa, avvenuta il 3 novembre 1957 a Lecco.

Oggi (lunedì 4 novembre) si tiene la seconda giornata, sempre presso la sala del Consiglio comunale di Cerignola, con l'assemblea generale della Cgil Puglia, cui partecipano Fulvio Fammoni (presidente della Fondazione Giuseppe Di Vittorio) e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Prima dell’inizio dei lavori il leader sindacale depone una corona di fiori al monumento donato alla città di Cerignola dalla Federazione sindacale mondiale per ricordare Di Vittorio l’anno successivo alla sua morte. La giornata di Landini prosegue con la visita alla Masseria Cirillo, primo luogo di lavoro del piccolo Di Vittorio, e si conclude a Bari, dove alle ore 16.30 si tiene il dibattito “Il Piano del lavoro, Di Vittorio e il Mezzogiorno” presso l’aula del Consiglio della Regione Puglia (in via Gentile).

“Di Vittorio è un patrimonio di tutto il Paese, non di una parte, seppur restando fedele ai suoi ideali di democrazia, di libertà, sempre dalla parte degli ultimi, dalla parte del lavoro. Non di chi sfruttava un disagio, il bisogno di un reddito a qualunque costo, per massimizzare i profitti”, riprende Gesmundo. Per il segretario generale della Cgil Puglia ai sindacalisti di oggi “compete proseguire questa azione per dare risposte a questi bisogni, per arginare fenomeni come lo sfruttamento, come il condizionamento mafioso, per ridare dignità piena al lavoro, un lavoro che deve essere strumento per vivere in maniera dignitosa. Non lavorare rimandando poveri come accade oggi. Il tema del lavoro è centrale per uscire dallo sfruttamento, dal ricatto, perché chiunque possa rivendicare diritti, quindi affermare pienamente democrazia e legalità”.