“È necessario che il governo passi dalle parole ai fatti, uscendo da logiche di mera propaganda politica e iniziando ad affrontare concretamente un tema così delicato come quello delle pensioni”. A dirlo è Silvia Simoncini, segretario nazionale del Nidil Cgil, sottolineando che occorre “dare continuità al lungo e faticoso lavoro unitario definito nella nostra piattaforma sulle pensioni, iniziato con il precedente governo. Un percorso che non ha potuto trovare pieno compimento nella fase 2, specie sulle questioni che più stanno a cuore a Nidil e ai lavoratori che rappresenta, tra cui proprio la tutela pensionistica dei lavoratori con contratti precari e discontinui”.

Simoncini evidenzia che “troppo spesso ci viene proposta un'equazione lineare che ci porta ad affermare che le carriere previdenziali fragili sono un problema generazionale. Si dice che le generazioni coinvolte siano due, cioè i ventenni degli anni novanta e i ventenni degli anni duemila: credo che queste non esauriranno il fenomeno. In assenza di un nuovo protagonismo del lavoro nel nostro paese, lo stesso destino sarà riservato anche ad altre generazioni successive. Le carriere previdenziali fragili appartengono ormai anche a quei lavoratori espulsi dal mercato del lavoro in questi lunghi anni di crisi”. Questo lo racconta in maniera compiuta proprio la metamorfosi della composizione anagrafica dei lavoratori che Nidil rappresenta: “Negli ultimi cinque anni, solo per fare un esempio, il tasso di collaboratori over 40 nel settore dei call center è passato dal 17 al 34 per cento. I lavoratori e le lavoratrici part time in questi anni hanno visto drasticamente ridotto il loro orario di lavoro. La futura fragilità pensionistica non sarà altro che lo specchio dell'oggi”.