Un’ora di sciopero in tutto il Veneto per oggi (lunedì 5 febbraio), la richiesta di un incontro a Federmeccanica regionale e la convocazione di un’assemblea dei delegati alla sicurezza. Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil regionali aprono una vertenza per tutelare la sicurezza sul lavoro nel settore metalmeccanico, dopo l’ennesimo incidente mortale accaduto mercoledì 31 gennaio all’acciaieria Aso di Vallese (Verona), in cui ha perso la vita il 42enne Maurizio Cossu, dipendente della Idrotecnograda.

Lo stop riguarda l’ultima ora di ogni turno e potrà essere anche accompagnato da assemblee di fabbrica. Mercoledì 7 febbraio, inoltre, si riuniranno le segreterie sindacali per decidere la data della riunione degli Rls e inviare a Federmeccanica la richiesta di un tavolo di confronto “per esaminare i dati sulle ore di formazione fatte, sulle politiche aziendali messe in atto in materia di prevenzione e per avere riscontri sulle procedure di assegnazione degli appalti, soprattutto nelle aziende siderurgiche”.

In Veneto cresce il numero degli infortuni (69 mila a novembre 2017), e inaccettabile è quello dei morti sul lavoro (87 in tutta la regione in undici mesi). A rilevarlo sono le sigle dei metalmeccanici, rimarcando come "sia particolarmente esposto agli infortuni, soprattutto i più gravi, proprio il settore degli appalti", quello cui apparteneva Maurizio Cossu. “Il contenimento dei costi, specie quello del lavoro, la riduzione del salario e dei diritti dei lavoratori, a partire proprio dalla sicurezza, è sempre più spesso perseguito dalle imprese attraverso modelli aziendali che parcellizzano il ciclo produttivo, con esternalizzazioni, appalti, e tante volte anche con il ricorso al sub appalto" scrivono i sindacati.

Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil regionali evidenziano che "vi è sempre più spesso l’allungamento dell’orario di lavoro e l’intensificazione dei ritmi, il tutto a scapito della sicurezza e dell’incolumità dei lavoratori. Una situazione inaccettabile, che contrasta con la narrazione di imprese sempre più orientate, anche nella nostra regione, verso la digitalizzazione della produzione, con la sfida dell'innovazione tecnologica, con la cosiddetta industria 4.0". Il lavoro, aggiungono, non può trasformarsi "da fonte di vita a causa di morte, e gli incidenti, tante volte invalidanti, non possono essere considerati una fatalità, tantomeno un costo sociale inevitabile alla ripresa economica e all’aumento del pil”. 

La vittima dell’ultimo incidente sul lavoro
Maurizio Cossu, operaio di 42 anni, dipendente della ditta Idrotecnograda, è morto sul lavoro a seguito di un incidente, avvenuto mercoledì 31 gennaio, presso l'acciaieria Aso di Vallese (Verona). Era un manutentore di una ditta in appalto ed è stato colpito violentemente al capo da un'anodiera del peso di una tonnellata, durante il suo normale turno di lavoro. "Ai compagni di lavoro - spiegano i sindacati - che hanno prestato i primi soccorsi sono apparse subito gravissime le condizioni di Maurizio, che purtroppo è deceduto poco dopo. Immediata è scattata la protesta dei lavoratori, con lo sciopero e il blocco totale della produzione dell'acciaieria e degli appalti. Agli inquirenti spetterà il compito di valutare le cause che hanno determinato l'ennesimo incidente mortale in una fabbrica veneta, e perseguire con rigore, anche sul piano penale, le eventuali responsabilità della ditta in appalto e della committente”.