Se avete una lettera, una foto, un autografo o un documento firmato da Giuseppe Di Vittorio, è il momento di tirarli fuori dal cassetto. In occasione del 60° anniversario della scomparsa del suo primo segretario generale, infatti, la Cgil nazionale bandisce “un concorso finalizzato al ritrovamento e all’acquisizione (in originale o in copia digitale) di video, foto, lettere o documenti a firma Giuseppe Di Vittorio”, non conservati presso gli archivi della confederazione. Requisiti e modalità di partecipazione si possono leggere nel bando stesso.

Ricorda Anita Contini Di Vittorio nelle proprie memorie:

“Ogni giorno giungeva a Di Vittorio una quantità immensa di lettere, da ogni parte d’Italia, quali scritte a macchina e quali con la grafia incerta del semianalfabeta, quali su ottima carta da lettera quali su poveri fogli di quaderno. Una mole immensa, di fronte alla quale confesso di essermi sentita, talvolta, spaventata”.

“Si rivolgevano a lui per i motivi più vari: egli appariva evidentemente, agli occhi di centinaia, di migliaia di bisognosi come capace di sanare i torti, di fare giustizia, di portare consolazione. Mancavano i mezzi per far studiare un figlio? Si scriveva a Di Vittorio con fiducia: non era lui che aveva detto e scritto tante volte che tutti i ragazzi italiani dovevano poter studiare? Un paralitico chiedeva una carrozzella per poter uscire qualche volta di casa. Dei genitori chiedevano a lui un aiuto ‘per sposare i figli’ che non possedevano nulla. Una famiglia minacciata di sfratto si rivolgeva a lui e così l’infortunato sul lavoro o il mutilato di guerra”.

“Accadde più di una volta che si rivolgessero a lui marito e moglie, perché egli dicesse la parola che poteva rimetterli d’accordo, e salvare l’unità della famiglia. Di Vittorio pretendeva che si rispondesse con grande attenzione a tutti. Guai se una sola lettera rimaneva inevasa! Egli ripeteva ‘Chi ci scrive, ha fiducia in noi: non dobbiamo deluderli. Dobbiamo fare il possibile per accontentarli’. E noi ci occupavamo con attenzione estrema di ogni richiesta, di ogni pratica, dietro le quali egli ci aveva insegnato a vedere il caso umano, a immaginare la sofferenza e la pena di chi scriveva”.
(Anita Di Vittorio, La mia vita con Di Vittorio, Vallecchi, Firenze 1965, pp. 142-143).

A Di Vittorio scrivono in effetti (e l’Archivio storico Cgil nazionale gelosamente ne conserva gli originali) invalidi e pensionati di guerra, artigiani, invalidi civili, orfani, vedove, lavoratori senza pensione, pensionati, perseguitati politici, operai, emigrati, maestri (anche di scherma), carabinieri, persino preti! Cittadini di ceto e condizione sociale molto diversi che confidano al segretario, ma anche e forse soprattutto all’uomo Di Vittorio esigenze, inquietudini, progetti.

Di Vittorio, da buon sindacalista, ascolta, comprende, guida, indirizza, consiglia, quando può interviene, ma soprattutto risponde, a tutti. Questo significa che in giro per l’Italia ci sono tantissime lettere a firma Giuseppe Di Vittorio, indirizzate a persone diverse su tematiche differenti.

Le domande di ammissione alla procedura di valutazione dovranno essere redatte in carta semplice, debitamente sottoscritte dai candidati e inviate entro e non oltre le ore 17.00 del 31 maggio 2018. Esse dovranno:

a) essere spedite a mezzo raccomandata (o consegnate a mano) al seguente indirizzo: Archivio storico Cgil nazionale. Via dei Frentani 4a, 00185 Roma.
b) oppure essere spedite per posta elettronica al seguente indirizzo: i.romeo@cgil.it

Nella domanda dovranno essere indicati i dati anagrafici (cognome, nome, luogo e data di nascita, luogo di residenza, codice fiscale, telefono ed eventuale domicilio in caso sia diverso dalla residenza).

A tutti i partecipanti sarà fatto dono di uno dei volumi della casa editrice Ediesse sulla vita e le opere di Giuseppe Di Vittorio.