Matteo Renzi presidente del Consiglio ha detto che il governo non sta tagliando le risorse del fondo sanitario nazionale, “ma guardando ai numeri, il premier ha in realtà ammesso la riduzione. Perché in base al Patto per la Salute quest'anno avrebbero dovuto esserci 2 miliardi e 350 milioni in più, che invece sono stati tagliati per il 2015. Mentre per 2016 il Fondo doveva arrivare 115 miliardi, non ai 110 promessi”. A dirlo è Vera Lamonica, segretario confederale Cgil, ai microfoni di Italia Parla, su RadioArticolo1

Naturalmente – ha continuato Lamonica - le previsioni del Patto per la salute non sono state fatte, perché si sarebbe dovuta aumentare la spesa. L'insieme dalla gestione del sistema ha un tendenziale di crescita annuo del 3,4% o superiore. Non coprire questo tendenziale di crescita significa, di fatto, tagliare. Il nostro sistema sanitario nazionale, di conseguenza, è sotto-finanziato in maniera pesante da molti anni, non da oggi. Il sotto-finanziamento arriva a oltre 30 miliardi dall’inizio della crisi. Se lo paragoniamo al costo del sistema francese o a quello tedesco, avremmo bisogno di 30-40 miliardi in più ogni anno”.

Il governo sta quindi mettendo in atto “un’operazione mediatica” attraverso “il suo apparato di propaganda”. Secondo Lamonica,” basterebbe far riferimento a quanto costano i nuovi farmaci che curano l'epatite C, il colesterolo o tante altre patologie”, oppure pensare al contratto dei dipendenti, al mancato rinnovo del contratto per medici e gli operatori sanitari, per capire che l’anno prossimo avremo una condizione di straordinaria difficoltà”.

Un secco no ai tagli alla sanità, tra l’altro, è arrivato anche dal presidente della conferenza Regioni, Sergio Chiamparino, che immediatamente dopo l'intervento di Renzi ha detto che una riduzione c’è stata. “A dimostrazione - continua il segretario di Corso d’Italia - che non lo dice solo la Cgil, non lo dicono solo i gufi. L’intervento del premier non era fatto per rassicurare, ma anzi ha aumentato le preoccupazioni. Prendiamo atto della posizione delle regioni, e speriamo che stavolta si traduca in una discussione un po' diversa da quella dell’anno scorso. Perché quando con la legge di stabilità si sono tagliati oltre 4 miliardi, le regioni hanno scelto una linea poco trasparente, una discussione fatta per ridurre il danno più che per risolvere la situazione”.

“Purtroppo – ha poi concluso – già prima di questi tagli, in Italia 9 milioni di persone rinunciavano a curarsi. E la situazione non potrà che peggiorare. La realtà è che non si dice la verità. La verità è che si sta attuando, e non da oggi, una controriforma del sistema, che sta producendo effetti drammatici. Abbiamo uno spostamento di spesa verso il privato, non verso il privato convenzionato, ma verso il ‘privato privato’. Siamo a oltre 30 miliardi di euro spesi nel settore privato, guarda caso proprio a quanto ammonta il sotto-finanziamento del Servizio sanitario nazionale”.