"Oggi non si è inaugurato un ospedale, ma solo una struttura diagnostica ambulatoriale. Ci auguriamo che non sia questo il metodo, altrimenti, cosi facendo, rischieremmo per il futuro di inaugurare ogni singolo ambiente". È quanto afferma il segretario generale della Cgil Campania, Franco Tavella.

"Come più volte abbiamo ribadito – precisa il dirigente sindacale –, i livelli assistenziali vedono la nostra Regione ultima in Italia. Pronti soccorso che sembrano ospedali da guerra, decine di barelle nei corridoi ad accogliere cittadini che si rivolgono agli ospedali per avere cura ed assistenza, carichi di lavoro insopportabili che penalizzano gli operatori sanitari e gli utenti e persino pazienti ricoverati in sala operatoria”.

"Questi – secondo la Cgil – sono i prezzi che la sanità campana ha pagato per presentare un effimero risanamento dei conti, che non guarda né alla qualità né all'efficienza. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, piuttosto che rallegrarsi per le inaugurazioni, farebbe bene a rivedere i criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale e smetterla con i tagli alle risorse destinate al settore”.

"Sarebbe auspicabile – conclude Tavella – che più che esaltare un'impostazione ragioneristica che consegna la sanità campana agli ultimi posti in Italia, si lavorasse per migliorarne l'efficienza e i relativi livelli di assistenza".