Il virus riprende, si moltiplicano le zone rosse e la chiusura delle scuole. Il presidente del Consiglio affida ai suoi uomini le nuove strategie: piani vaccinali e Recovery Plan si cambia rotta. Quale la direzione? Maggior efficienza, certo, per arrivare a 200 mila inoculazione al giorno. Ma per la ripresa economica e lo sviluppo? Si punterà sulle donne, sul lavoro di qualità e sulle strategie per la riduzione delle diseguaglianze?

 

Prime pagine

Il Sole 24 ore apre con una infografica dedicata al fisco: “Operazione 730: per le famiglie rischio trappola su contanti e card”, mentre in taglio centrale “Effetto crisi: ecco i lavori in e out”. Il Corriere della Sera dedica il taglio centrale ai vaccini: “Dose unica, così la campagna”, mentre in taglio alto si parla di politica: “Conte guiderà la rifondazione 5 Stelle. Benedizione di Grillo, andremo lontano”. Stessa scelta per La Repubblica. In alto: “Rifondazione grillina con Conte nuovo leader. Cambierà il simbolo 5 Stelle”, e poi “Covid, abusi per 2 miliardi”. Scelta netta per La Stampa: “Vaccini, Draghi si riprende i poteri” e il sommario spiega: “Il piano del governo: stop al Far West delle competenze regionali. L’Ema a metà marzo sì a Johnson&Johonson”. Scelta originale quella de Il Messaggero che recita: “Concorsi fermi, scoperti 125mila posti nella Pa”, mentre la sottolineatura è dedicata alla pandemia: “Virus, in campo Gabrielli e Curcio”. Infine il Fatto Quotidiano sceglie la politica: “Conte dice sì: nuovo M5S accogliente e intransigente”.

Le interviste

“Non si può dire che la geografia sostituisca la politica. Si può presumere, però, che il dato territoriale influisca eccome”. Questo l’incipit di una lunga intervista di Antonello Caporale su il Fatto Quotidiano a Gianfranco Viesti, economista dell’Università di Bari, che prosegue: “Mi preoccupo che la ripartizione delle risorse, specialmente ora che bisogna iscriverle nel grande registro degli appalti, delle opere da realizzare, di cui si compone questo Recovery Plan, avvenga nel solco di sempre: di più al Nord di meno al Sud. Più dei grandi capitoli generali, delle linee di fondo che mettono d’accordo tutti, mi preoccupano le cifre di dettaglio. Opera per opera”, interessante, poi, la riflessione dello studioso su come si acuiscono le diseguaglianze tra le due italie: “Oggi le regioni del Sud, eccetto la Puglia e la Sardegna, hanno per 100 mila abitanti 81 unità sanitarie. Più nel dettaglio al Sud per 100 mila abitanti sono in servizio 35 infermieri. Nel resto di Italia e soprattutto al Nord questo rapporto è di 108 sanitari per 100 mila abitanti, di cui 49 infermieri. È chiaro che la capacità sanitaria avrà un suo ruolo già nell’esito della vaccinazione di massa. Sarò colpa del Sud sempre attardato o delle forze in campo diseguali? E se sono diseguali, l’investimento nella sanità dovrà essere più corposo nei territori più fragili, giusto?”.

Michele Bocci a pag. 7 di La Repubblica, chiede al professore di fisica dell’Università di Trento Roberto Battiston di illustrare l’andamento della curva epidemica e le risposte sono assai preoccupanti: “Sta succedo qualcosa di simile a quanto avvenuto ad ottobre, quando all’improvviso l’Rt ha iniziato a crescere, passando in tre settimane da 1,15 a 1,85. Allora però avevamo una serie di frecce al nostro arco per piegare la curva e riportarla a valori accettabili, cosa avvenuta ai primi di dicembre. Adesso – prosegue Battiston – stiamo già usando tutti gli strumenti a disposizione: mascherine distanziamento, vaccini, immunità di gregge di chi si è già ammalato. Però abbiamo di fronte le varianti, molto più aggressive del virus originario, che stanno diventando le forme più diffuse”.

A pag. 18 de La Stampa si trova un interessante intervista di Maurizio Tropeano a Federico Testa, presidente di Enea, che suggerisce di investire sulle filiere hi-tech italiane per la svolta green che cambierà l’Italia. Alcuni esempi: “A Catania è stata avviata un’importante produzione di pannelli solari made in Italy e sicuramente siamo in grado di essere competitivi sull’eolico. E poi, la novità è l’agrivoltaico una nuova frontiera che punta a produrre energia senza penalizzare l’agricoltura”. Secondo Testa i fondi di Nex Generation Eu andrebbero investiti: “Nelle infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica” ma trasformando i vecchi distributori di benzina anche in erogatori di ricarica elettrica.

Infine le interviste dedicate al dibattito politico. Il Corriere della Sera ospita il sindaco di Firenze Dario Nardella: “Ora il Pd cambi. No alle ossessioni di chi teme congiure contro Zingaretti”. E sempre sul quotidiano di via Solferino è possibile leggere le opinioni di Carlo Calenda che spaziano dall’idea di vietare ad un rappresentante in carica di percepire compensi da paesi stranieri, alle future alleanze.

Editoriali e commenti

Afferma la direttora centrale dell’Istat Linda Laura Sabbadini a pag. 2 de La Repubblica: “Qualcuno si è accorto che avevamo un obiettivo europeo per il 2010 di un tasso di occupazione femminile al 60% e che lo abbiamo bucato? La risposta è no, siamo al 48,5%.........il primo fondamentale obiettivo che bisogna perseguire è la crescita dell’occupazione femminile. Ci vuole un grande piano. Una strategia di breve, medio e lungo termine. Tre assi fondamentali. Primo. Lanciare una grande offensiva culturale per rimuovere gli ostacoli all’accesso al lavoro legato agli stereotipi di genere… Secondo. Rimuovere gli ostacoli all’accesso, alla permanenza in occupazione delle donne, rappresentati dal forte sovraccarico di lavoro familiare sulle loro spalle…….. Terzo. Grande investimento nell’imprenditoria femminile attraverso miglior accesso al credito”.
Su il Sole 24 ore Flavia Landolfi riflette sui dati di una indagine Weworld-Ipsos che dimostra come la recessione colpisce le donne molto più che gli uomini: il 54% è più povera e precaria. A questo proposito segnaliamo la riflessione della segretaria della camera del Lavoro di Bari, Gigia Bucci su Collettiva.it “Tutti debbono lottare per i diritti delle donne”.

“C’era una volta il Mes. Nessuno ne parla più ma la salute ha bisogno di un lieto fine”. Questo il titolo di una lunga riflessione, come di consueto ricca di dati, di Ferruccio De Bortoli in apertura del supplemento economia del Corriere della Sera: “fatti due calcoli, tenendo conto che un Btp decennale ha un tasso d’interesse annuo dello 0,75per cento (contro lo 0,135), il Tesoro dovrebbe sostenere un maggior costo ogni anno di 235 milioni. Dunque, rinunciare a poco meno di 2,5 miliardi di minori interessi nell’arco di dieci anni, non è esattamente una scelta rigorosa, da compiere a cuor leggero, ma semplicemente uno spreco”.

Aldo Bottini, dalle colonne de il Sole 24 ore, si sofferma su come utilizzare il Fondo Nuove competenza: “Può essere un valido strumento di politica attiva del lavoro, utile ad accrescere l’occupabilità del lavoratore e a favorirne, quindi, anche la transizione da un impiego a un altro”.
Il fondatore del Censis Giuseppe De Rita afferma, a pag. 30 del Corriere della Sera che il “Recovery Plan deve essere all’insegna del massimo realismo. La scelta giusta è programmare restando fedeli alle nostre quattro principali filiere: made in Italy, creazione e manutenzione di macchinari, enogastronomia e turismo”.

Molto politica l’analisi di Ezio Mauro a pag. 3 de La Repubblica, parla di Big Bang, quello della politica e dei partiti e a determinarlo indirettamente la scelta di Mattarella di consegnare nelle mani di Draghi il governo del Paese. Secondo l’editorialista sovranisti europeisti populisti tutto si rimescola e tutto rischia di implodere. La questione al fondo è appunto la crisi della politica e dei partiti e in essa la crisi della sinistra. “Dopo la stagione della botanica e i marchi patriottici, sarebbe bene che la ricomposizione del sistema avvenisse nella linea delle grandi famiglie europee, recuperando anche in Italia i riferimenti della tradizione e della cultura. Ma per arrivare a questo, bisogna che i partiti escano dalla provetta di laboratorio per trovare una storia a cui riferirsi e un popolo da rappresentare: solo così la politica potrà tornare a essere una grande spettacolo dopo il Big Bang.

Economia lavoro e sindacato

Su Collettiva.it il resoconto dell'incontro tra il ministro del lavoro Andrea Orlando e i sindacati che si è tenuto a Roma sabato scorso. Ammortizzatori sociale, si procede verso la semplificazione. di Simona Ciaramitaro

Grande spazio trova in tutti la diffusione del contagio da coronavirus che torna a salire, la necessità di aggiornare la strategia vaccinale e la difficoltà a reperire tutte le dosi necessarie per immunizzare la popolazione. Ed anche cosa si può e cosa non si può fare con le norme contenute nel decreto in arrivo. “Dalle visite agli amici alle seconde case”, ne scrivono Fiorenza Sarzanini e Monica Guerzoni sul Corriere della Sera. Mentre sullo stesso quotidiano Gianna Fragonara sottolinea che “Salgono i contagi tra i più piccoli. Scuola il rapporto che preoccupa”: E alla scuola è dedicata l’apertura di Collettiva.it

Scuola, una scommessa globale
Ora risanare le ferite di Emanuela Calza
Scuole chiuse, bambini al lavoro di Davide Orecchio

Corrado Zunino a pag. 6 de La Repubblica racconta della nuova strategia per la campagna di vaccinazioni. È affidata al nuovo responsabile della Protezione Civile Curcio: “L’impegno più importante sarà quello di ricoordinare i ventuno piani vaccinali affidati a 21 regioni italiane e raggiungere, nell’arco di un mese, il raddoppio delle dosi inoculate: da 100mila a 200mila”.
A pagina 3 de il Messaggero ampio articolo di Francesco Bisozzi e Umberto Mancini sulla mancata immissione nella Pa di 125 persone: “Sessanta concorsi pubblici al palo per 125 mila posti da riempire nella Pa. Se non verranno sbloccati al più presto scuola e università rischiano lo stop. Più 90 mila le assunzioni destinate al comparto istruzione”. Tutto questo perché “non è ancora chiaro come applicare le disposizioni anti-contagio”.

A pagina 27 dell’inserto economia del Corriere della Sera si torna a parlare di vaccini e luoghi di lavoro. Significativo il titolo: “Stop al lockdown delle regole”, e il sommario spiega: “Diritti e doveri poco chiari in caso di contagio. E chi rifiuta di vaccinarsi può essere licenziato? Servono risposte chiare prima del rientro”.

Infine l’economia. Secondo Roberto Mania a pag. 13 de La Repubblica: “Il premier ha fretta. Il Recovery Plan se lo riscrive da solo” e ad aiutarlo “il ministro Franco e un team di stretti consiglieri tra i quali Giavazzi e D’Alberti”. Scrive ancora Marro “Il fatto che sia lo stesso presidente del Consiglio a riscrivere il piano dà garanzie anche all’Europa, la quale durante la stesura da parte del Conte2 aveva ripetutamente lamentato i ritardi nella definizione e l’assenza di un disegno strategico”. Sullo stesso tema anche Antonella Baccaro a pagina 6 dell’inserto economia del Corriere della Sera  

L’Agenda degli appuntamenti

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