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L'introduzione di quota 100, "pur consentendo a tanti lavoratori un accesso anticipato alla pensione nel prossimo triennio, rappresenta l'inizio di un percorso più ampio". È quanto affermano i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Roberto Ghiselli, Ignazio Ganga e Domenico Proietti, rilanciando la necessità di affrontare "una vera riforma del sistema", a cominciare da "una reale flessibilità per tutti per l'accesso alla pensione da 62 anni”. Oltre a consentire, “l'uscita anticipata con 41 anni di contributi, a riconoscere ai fini previdenziali il lavoro delle donne e di cura, i lavori gravosi e usuranti e a garantire ai giovani e a coloro che hanno percorsi lavorativi deboli e discontinui assegni pensionistici adeguati”.
Per questo, Cgil, Cisl e Uil chiedono al governo di “avviare un confronto sui temi previdenziali, per dare così risposte concrete alle attese di milioni di cittadini italiani e sono impegnati a dare continuità all'iniziativa di sostegno alla loro piattaforma".
Il percorso più ampio a cui fanno riferimento Cgil, Cisl e Uil è quello "descritto" nella piattaforma unitaria di ottobre scorso "che si è provato a tratteggiare in una serie di emendamenti che, purtroppo, non hanno trovato alcun riscontro nelle decisioni del governo e nell'iter parlamentare di conversione del decreto".
I sindacati fanno quindi riferimento agli altri aspetti del sistema previdenziale ancora da affrontare, tra cui anche la richiesta di istituire la commissione sui lavori gravosi e usuranti e la commissione per l'analisi della composizione della spesa previdenziale e assistenziale; dare la piena rivalutazione alle pensioni; risolvere "definitivamente" la questione esodati; promuovere lo sviluppo della previdenza complementare tramite i fondi pensione contrattuali per tutti i lavoratori.