Presentata a Roma la nuova Piattaforma unitaria per le manutenzioni ferroviarie, un lavoro congiunto di Cgil, Filt, Fillea e Fiom all’interno della campagna “I diritti non si appaltano”. Una piattaforma che tiene insieme gli assetti contrattuali e la stessa contrattazione con organizzazione del lavoro e appalti, carichi di lavoro e orari di fatto, procedure, interferenze e tutela della salute e sicurezza, qualità dell’occupazione e delle professionalità, selezione dei fornitori e governo dei processi interni.
Si tratta di una grande scommessa in quanto, se vinta, secondo il sindacato innescherebbe processi virtuosi e potrebbe rappresentare un modello anche per altre realtà e settori per migliorare la situazione sui tanti luoghi di lavoro nel territorio. Il percorso che è stato lanciato dovrà essere infatti l’occasione perché a livello regionale, nei confronti anche delle aziende e delle istituzioni locali si possano portare avanti specifiche vertenze all’interno delle proposte della piattaforma. Tra le necessità anche quella di dare rappresentanza e unità a ciò che è frammentato e disperso, a quei lavoratori che, pur lavorando all’interno dello stesso ciclo produttivo, spesso neppure si conoscono.
Nei video le interviste a Stefano Malorgio, segretario generale della Filt Cgil, Alessandro Genovesi, responsabile della contrattazione inclusiva e degli appalti della Cgil nazionale, Francesca Re David, segretaria nazionale della Cgil, Paola Senesi e Samuele Lodi, rispettivamente segretari nazionali di Fillea e Fiom.
Per Alessandro Genovesi la Piattaforma è “una rivendicazione che mette la salute e sicurezza al centro delle iniziative di tutta l’organizzazione. È una regia che vogliamo diventi patrimonio dei delegati, perché sia anche uno strumento per aumentare il potere del sindacato lungo la filiera degli appalti delle manutenzioni ferroviarie”.
"Il governo sta scegliendo di privatizzare il sistema delle infrastrutture e rimettere al centro la condizione del lavoro, delle manutenzioni, è un modo per contrastare un'idea sbagliata che è quella di fare cassa col sistema delle infrastrutture nel Paese”, spiega Stefano Malorgio, mentre Paola Senesi ricorda che “il tema degli appalti e subappalti a cascata risulta essere imprescindibile perché la sicurezza non passa per il ribasso dei costi del lavoro e la filiera lunga, come abbiamo imparato nelle tragedie che hanno accompagnato la storia del nostro Paese”.
Anche Samuele Lodi pone l’accento sugli appalti: “È il contesto nel quale i lavoratori sono più deboli e ricattabili, più esposti anche ai rischi, per questo è estremamente importante una discussione praticata in ambito confederale”. Per Francesca Re David l’imortanza della Piattaforma risiede anche nel fatto che riguarda “tre categorie molto rilevanti per il sindacato, i trasporti, gli edili e i metalmeccanici, che lavorano insieme su tutta la linea ferroviaria, per la manutenzione degli impianti e per la mobilità”. “Noi sperimentiamo nella concretezza la contrattazione inclusiva e di sito”, aggiunge, con un governo che invece “di contrattazione non ne vuole sapere”.
Anche per il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che con il suo intervento ha chiuso l’assemblea, si tratta anche di una questione politica soprattutto a fronte delle leggi vigenti. “La nostra azione di contrattazione – afferma – deve essere in grado di avere degli effetti anche sui lavoratori che noi ancora non rappresentiamo. Per affrontare questo tema abbiamo bisogno anche di darci un metodo e una modalità di lavoro diversa”, perché “ogni singola categoria, da sola, non è in grado di raggiungere i risultati necessari all’obbiettivo”. Per Landini la Piattaforma è strategica, motivo per il quale sarà fondamentale “farlo conoscere in modo capillare” a tutti i lavoratori.






















