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C’è attesa per la sentenza del Tribunale di Siena sulla vicenda del cassiere licenziato dalla Pam di Poggibonsi. Sulla vertenza che riguarda Fabio Giomi al momento non c'è stata alcuna decisione.
“Il giudice ha posto le sue domande alle parti in causa e poi ha deciso di ritirarsi in Camera di consiglio. Entro la giornata di oggi ci comunicherà se intende emettere la sentenza oppure se riterrà necessari ulteriori approfondimenti". Lo fa sapere il segretario Filcams Cgil di Siena Mariano Di Gioia, in merito al caso del cassiere sessantaduenne di Poggibonsi licenziato dal supermercato Pam Panorama del centro commerciale Porta Siena.
Giomi è uno dei tre dipendenti allontanati in Toscana per non aver superato il test del finto cliente taccheggiatore, almeno secondo l’azienda. Un’accusa respinta dalla Filcams Cgil come pretestuosa, oltre che illegittima.
Questa mattina (29 dicembre) si è tenuta la prima udienza sulla vertenza al Tribunale Civile della città toscana. "C'è stato un tentativo di mediazione all'inizio dell'udienza, come avviene normalmente prima di ogni causa, ma è fallito. – spiega Di Gioia - Sostanzialmente la situazione non è cambiata rispetto a quanto era già emerso in Prefettura”.
L'azienda ha infatti reiterato la propria posizione, proponendo il ritiro del licenziamento accompagnato però da una sanzione, nello specifico dieci giorni di sospensione. Prima dell'udienza, si è svolto il presidio delle sigle della Cgil, insieme ad una rappresentanza della Uil locale, davanti alla struttura. Oltre un centinaio i presenti.
"Spero davvero che le cose vadano nel miglior modo possibile – ha dichiarato il lavoratore – e che tutti possano avere la certezza che questo problema venga risolto nel modo giusto". Secondo il segretario della Cgil Toscana Rossano Rossi, "siamo di fronte a un licenziamento completamente illegittimo e figlio di un inganno, cercato apposta per licenziare un delegato del nostro sindacato. Un licenziamento che avviene in un periodo in cui anche il Governo è profondamente ostile alla rappresentanza dei lavoratori e in cui alcuni padroni - non tutti, per la verità - si sentono più forti, più autoritari, e approfittano di questo clima per fare cose come questa".






















