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Nella notte del 20 agosto, una giovane lavoratrice interinale, assunta tramite un’agenzia per il lavoro e impiegata presso un’azienda metalmeccanica del settore automotive della provincia di Teramo, ha subito un infortunio: mentre operava su una macchina spazzolatrice, ha riportato seri danni a un dito della mano.
“Le modalità esatte dell’incidente sono ancora in fase di accertamento, ma il contesto in cui si è verificato è fin troppo chiaro”, commenta la Fiom Cgil Teramo: “La ragazza era in forza da pochi mesi, con un contratto a termine, e non aveva ricevuto alcuna formazione strutturata, se non quella ‘sul campo’, direttamente davanti alla macchina”.
La categoria rimarca che “il datore di lavoro formale è l’agenzia interinale, ma la responsabilità della formazione sulla salute e sicurezza spetta all’azienda utilizzatrice, cioè all’impresa presso la quale la persona presta effettivamente la propria attività. Eppure, troppo spesso, le aziende continuano a considerare la formazione un costo inutile o una perdita di tempo che rallenta la produzione, invece che un diritto fondamentale e, in molti casi, un vero salvavita”.
In questo meccanismo, spiega la Fiom, anche “le agenzie per il lavoro hanno una responsabilità: sono pagate dalle aziende utilizzatrici e quindi, salvo rare eccezioni, difficilmente esercitano controlli seri. Perché se si mostrano troppo rigorose, rischiano di perdere il ‘cliente’, che è l’impresa, e così a rimetterci, ancora una volta, è sempre il lavoratore o la lavoratrice”.
A pagare il prezzo più alto, dunque, sono i lavoratori e le lavoratrici più fragili, quelli con contratti precari. “La cosiddetta ‘flessibilità’ – prosegue la nota sindacale – di cui tanto parla Confindustria non è altro che precarietà: un meccanismo perverso che non solo mina il futuro delle persone, ma alimenta paura e ricatti. Non denuncio un infortunio, o vado a lavorare malato, perché temo che il mio contratto non venga rinnovato”.
È in questo quadro, quindi, che assume “un tono beffardo vedere, negli stessi giorni, forze politiche incontrare i cittadini nei banchetti parlando di ‘sicurezza e giustizia’. Ma quale sicurezza e quale giustizia? Quelle stesse forze politiche non le abbiamo mai viste parlare di sicurezza sul lavoro, o di quella giustizia sociale fatta di lavoro dignitoso, tutelato, duraturo”.
La Fiom Cgil Teramo così conclude: “Una lavoratrice, precaria, si è infortunata in nome del profitto. Perché, per quanto le dinamiche dell’incidente potranno essere chiarite, la responsabilità degli infortuni resta sempre la stessa: un sistema che mette il guadagno davanti alla vita delle persone. Per questo diciamo con forza che gli infortuni vanno sempre denunciati e che i lavoratori e le lavoratrici non devono sentirsi mai soli. La Fiom e il Nidil, le categorie della Cgil che tutelano i metalmeccanici e i lavoratori interinali, sono al loro fianco, oggi come sempre”.