Ieri sera (17 ottobre) al Teatro La Fenice di Venezia era in cartellone la prima del Wozzeck di Alban Berg. Ma lo spettacolo non è andato in scena. Al suo posto, un concerto gratuito in piazza Sant’Angelo, per condividere con il pubblico la protesta di orchestra e maestranze contro la nomina di Beatrice Venezi a direttore musicale, avvenuta da parte della sovrintendenza senza alcun coinvolgimento dei lavoratori e delle Rsu del teatro.
“Venezia non è la colonia di Fratelli d’Italia. Il sindaco Brugnaro difenda lavoratori e teatro da una scelta di partito, invece che svendere secoli di storia alla Meloni”. Così la Cgil Venezia e la Slc del Veneto hanno spiegato le ragioni dello sciopero.
L’orchestra si è esibita in un concerto gratuito in piazza per il pubblico, in segno di gratitudine per la solidarietà dimostrata. Ben 140 spettatori abituali hanno infatti scritto una lettera al sovrintendente, minacciando di sospendere l’abbonamento se non tornerà indietro.
"Lo sciopero, che prevede per lavoratrici e lavoratori tutti la perdita di salario, consente l’iniziativa pubblica. La natura della protesta è chiara – afferma Sabina Di Marco, segretaria nazionale di Slc Cgil – L'attenzione è sulla valorizzazione dell’alta qualità della produzione e del lavoro del Teatro realizzati da professioniste e professionisti eccellenti nei ruoli artistici come in quelli tecnici e delle maestranze".
La nomina di Beatrice Venezi è ormai diventata un caso nazionale soprattutto dopo che, la settimana scorsa, l’incontro di lavoratori e sindacati con il sindaco e il sovrintendente si era concluso senza alcun passo indietro sulla decisione unilaterale. “Se l’approccio è ‘fatevela piacere’ non ci sta bene - ha spiegato Nicola Atalmi, segretario generale della Slc Veneto - parliamo di professori d’orchestra di altissimo livello, che avrebbero meritato di essere coinvolti di più”.
"Quello che è avvenuto a Venezia rompe una prassi consolidata che vede, da parte del candidato ad assumere il ruolo di direttore musicale, dirigere almeno per un paio di volte dove s’ipotizza di proporre la candidatura. – aggiunge Di Marco – Il sovrintendente Colabianchi rompendo questa prassi, che non può non avere risvolti di carattere nazionale, e che ha visto tutti i lavoratori delle fondazioni liriche del Paese dare solidarietà alla protesta veneziana, introduce una modalità che non tiene conto della competenza e del valore dell’orchestra e delle maestranze”.
Sabina Di Marco pone l’accento sulla necessità di trasformare questa consuetudine di consultazione attiva in norma nel prossimo contratto collettivo nazionale in discussione. “Non per ‘scavalcare’ l’importante e indiscutibile ruolo del sovrintendente – spiega - ma per garantire una giusta scelta fatta di un insieme di valutazioni, non da ultima la capacità di trovare consonanza tra chi dirige e chi nell’esecuzione mette in gioco la propria professionalità”.
Come andrà a finire questa storia non è ancora chiaro. Certamente, un’orchestra e un direttore che non suonano a tempo rischiano di fare una grande stonatura. "Auspichiamo - conclude Sabina Di Marco - che questa intricata vicenda trovi un'adeguata soluzione nell’interlocuzione con le rappresentanze sindacali, sempre disponibili al dialogo e ampiamente inascoltate. E nell’ascolto delle lavoratrici e dei lavoratori costretti ad alzare i toni per la rigidità da parte del Sovrintendente, che non fa altro che mettere in difficoltà La Maestra Venezi, esponendola ad un agone mediatico che va a discapito della sua carriera ed ascesa".