“La pacchia è finita” anche in Trentino: il governatore della Provincia autonoma Maurizio Fugatti, primo presidente di centro-destra dal dopoguerra, cancella il sistema dei servizi all’immigrazione. Tra i primi atti della nuova giunta a trazione leghista, eletta il 22 ottobre scorso, c’è infatti una delibera che mette davvero “in mezzo a una strada” non solo migranti e richiedenti asilo, ma anche centinaia di lavoratori del settore. Immediata la protesta di Fp Cgil e Fisascat Cisl, che per oggi (giovedì 27 dicembre) hanno organizzato un presidio a Trento: l’appuntamento è alle ore 10 sotto la sede dell’ente provinciale (in piazza Dante).

“Tanto tuonò che piovve: con una tempestività degna di miglior causa, il presidente Fugatti si appresta a smantellare anche in Trentino il sistema di accoglienza che ha consentito in tutti questi anni un processo virtuoso di concreta presa in carico e integrazione di migranti e richiedenti asilo, gestiti in piccole strutture da operatori professionali”, spiegano i sindacati in una nota: “La conseguenza è che qualche centinaia di lavoratori saranno lasciati a casa, andando a ingrossare l'esercito dei disoccupati”. Secondo Fp Cgil e Fisascat Cisl i tagli produrranno “almeno il 45-50 per cento di disoccupati nel settore, costituito da giovani in larga parte laureati, con formazione specifica, che difficilmente troveranno riallocazione in altri ambiti delle stesse cooperative ed enti, spesso costituiti da una decina di dipendenti in tutto”.

Approvati con una delibera il 21 dicembre scorso, i tagli al Cinformi (Centro informativo per l’immigrazione) prevedono da gennaio l’azzeramento dei corsi di lingua italiana (dove operano circa 40 insegnanti e mediatori linguistici), dei servizi di supporto psicologico e di orientamento al lavoro, l’eliminazione della tessera dei trasporti (che permette agli ospiti del Centro di viaggiare gratis su treni e autobus), la dismissione degli alloggi di ospitalità e degli appartamenti a disposizione dei richiedenti asilo e la chiusura della struttura di prima accoglienza di Marco di Rovereto.

Uno smantellamento, dunque, che nelle intenzioni della nuova giunta provinciale dovrebbe concludersi entro il prossimo ottobre. I sindacati sottolineano anche che i tagli al Cinformi colpiscono tutti gli stranieri, anche quelli regolari (nella provincia infatti ci sono decine di migliaia di lavoratori provenienti da paesi esteri, che si rivolgono al Centro per ogni tipo di pratica burocratica), oltre che le famiglie e le imprese che li impiegano. “Senza assistenza per imparare l'italiano o per l’orientamento al lavoro – concludono Cgil e Cisl – aumenteranno le difficoltà del migrante per rapportarsi con gli enti pubblici e privati del territorio”. I sindacati prevedono anche “maggiori code al Pronto soccorso o in un qualsiasi altro ufficio, perché il personale non capisce cosa stia dicendo uno straniero”, con il risultato di avere “maggiori marginalità, esclusione e insicurezza sociale anche per i cittadini”.