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Per i lavoratori Stellantis il rientro in fabbrica dalla pausa estiva è amarissimo. Da ieri (lunedì 1° settembre) è scattato il nuovo contratto di solidarietà della durata di un anno per i 1.823 addetti dello stabilimento di Termoli (Campobasso) e della durata di cinque mesi per i 2.297 dell’impianto di Torino Mirafiori. Lunedì 8 settembre prenderà il via il nuovo contratto di solidarietà della durata di un anno per i 3.750 lavoratori del sito di Pomigliano d’Arco (Napoli).
Attualmente su 32.745 addetti (dati Fiom Cgil), ben 20.390 sono coinvolti da ammortizzatori sociali, pari al 62,3 per cento dell’intero personale. Numeri altissime anche per le uscite: nel 2024 gli esodi incentivati sono stati 3.700, mentre per quest’anno ne sono in programma 2.352.
La situazione di Stellantis è davvero critica. Il mercato internazionale continua a segnare dati negativi, i dazi di Trump iniziano ad avere riflessi pesanti, la transizione ecologica subisce battute d’arresto. La crisi delle vendite non si ferma: in luglio Stellantis ha venduto in Europa occidentale (Ue, Efta e Regno Unito) 151.391 auto, l’1,1 per cento in meno dello stesso mese del 2024. La quota di mercato è scesa dal 14,9 al 13,9 per cento.
De Palma, Fiom: “Serve un piano di investimenti”
“È ora che Palazzo Chigi intervenga, chiamando alle proprie responsabilità proprietà e amministratore delegato per un piano di ricerca, sviluppo e produzione in Italia”. Così il segretario generale Fiom Cgil Michele De Palma, ricordando che “in questi anni sono aumentati i contratti di solidarietà e la cassa integrazione negli stabilimenti italiani, nonostante tra il 2024 e il 2025 siano stati dichiarati oltre 6 mila esuberi”.
De Palma considera “preoccupante” il calo costante di quote di mercato. “Serve un piano di investimenti per la produzione e l’occupazione specifico per l’automotive”, prosegue il leader sindacale: “La transizione dell’Unione Europea è fallimentare sia sul piano per l’automotive sia sul piano per l’acciaio, come anche rispetto a quello che si sta determinando sul tema dei dazi”.
Il segretario generale Fiom così conclude: “Corriamo il rischio di avere un problema occupazionale straordinario in Europa e nel nostro Paese. In questi anni se l’industria dell’automotive, da Stellantis alla componentistica, ha resistito è grazie alle lavoratrici e ai lavoratori, alla dignità che hanno dimostrato lavorando, contrattando e lottando”.
Termoli: contratti di solidarietà per un anno
È entrato in vigore ieri (lunedì 1° settembre) il nuovo contratto di solidarietà per 1.823 lavoratori dello stabilimento di Termoli (Campobasso), che si concluderà il 31 agosto 2026. “Un altro anno di sacrifici che non risolve nulla”, commenta la Fiom Cgil territoriale: “È l’ennesimo tampone che scarica i costi della mancanza di prospettive sulle spalle dei lavoratori, riducendo salari, tutele e dignità”.
Le produzioni sono del tutto insufficienti. “Il motore Gse è in affanno per il crollo della domanda della Panda, il propulsore Gme è destinato a calare con l’avvio delle produzioni negli stabilimenti americani, mentre il motore 16V è fermo da giugno e i lavoratori sono stati spostati sul Gme”, spiega la Fiom Cgil Molise: “Inoltre, il motore americano V6 procede senza alcun rilancio, mentre il nuovo cambio eDct arriverà solo alla fine del 2026, con la piena produzione rinviata al 2027”.
Per i metalmeccanici Cgil, Stellantis non ha un piano industriale per Termoli, come dimostra la sospensione del progetto della “gigafactory”, fabbrica di batterie per la mobilità elettrica costituita da Automotive Cells Company, joint venture paritetica tra Stellantis, Mercedes-Benz e Saft: “Annunciata nel marzo 2022 con grande clamore, rimane un’incognita, una promessa non mantenuta, che rischia di trasformarsi in una colossale illusione per tutto il territorio”.
Per la Fiom, dunque, è “inaccettabile che un polo industriale strategico venga lasciato senza futuro, mentre si chiedono nuovi sacrifici ai dipendenti. Non servono altre promesse, ma investimenti concreti, scelte industriali chiare e la garanzia di un futuro occupazionale”.
Torino Mirafiori: cinque mesi di ammortizzatori sociali
Nuovo contratto di solidarietà per 2.297 lavoratori (2.043 operai e 254 impiegati e quadri) dell’impianto torinese. Da ieri (lunedì 1° settembre) e fino al 31 gennaio sono interessati i 903 lavoratori della Carrozzeria linea 500 Bev, i 674 della Carrozzeria linea Maserati, i 300 della Stellantis Europe di San Benigno (ex-Pcma), i 294 delle Presse, gli 85 della Costruzione Stampi e i 41 del Mould Shop (ex Tea) di Grugliasco (Torino).
La riduzione dell’orario di lavoro è su base mensile, la quota massima è complessivamente pari all’80 per cento come media del personale interessato. La quota di riduzione dell’orario per ciascun lavoratore non potrà essere superiore al 90 per cento nell’arco dell’intero periodo di vigenza del contratto di solidarietà.
Da segnalare anche il prosieguo della cassa integrazione per Comau: coinvolti 114 lavoratori (55 operai e 59 impiegati e quadri) per tre giorni a settimana fino a fine anno. In giugno e luglio la Comau aveva già fatto ricorso alla cassa integrazione ordinaria per due giorni a settimana e i lavoratori coinvolti erano stati complessivamente 715.
“L’agonia di Mirafiori continua senza soluzione di continuità da ormai 18 anni”, commenta il segretario generale Fiom Cgil Torino Edi Lazzi: “Ora si stanno spegnendo anche le fabbriche dell’indotto, con conseguenze drammatiche per lavoratrici e lavoratori. Abbiamo bisogno di un piano speciale per il rilancio dell’automotive e dell’industria manifatturiera del nostro territorio”.
Un rilancio, prosegue Lazzi, che potrà essere messo in atto “solo con un’unità di intenti dell’intera classe dirigente di Torino e Piemonte, a partire dal presidente Cirio e dal sindaco Lorusso, che dovrebbero fare decisamente di più nell’individuare soluzioni idonee per uscire da questa impasse”.
Il responsabile Fiom Cgil di Mirafiori Gianni Mannori evidenzia che “la 500 elettrica si produce col contagocce, mentre la 500 ibrida partirà lentamente in produzione non prima di due mesi. Nel frattempo i lavoratori, già pesantemente colpiti nel salario, passeranno un altro lungo periodo in cassa integrazione. Se non verrà assegnato un altro modello a Mirafiori, questa situazione continuerà a ripetersi anche nei prossimi anni”.
Per Mannori è indispensabile che “le parole spese sulla centralità di Torino da parte del presidente Elkann e dal ceo Filosa si traducano in fatti concreti, cioè investimenti e almeno un nuovo modello. Non ci basta festeggiare la Grande Panda prodotta in Serbia o le sue varianti prodotte in Brasile e Marocco, altrimenti Torino resterà centrale ma solo per il suo impoverimento”.
Pomigliano d’Arco: ancora 12 mesi di solidarietà
Entrerà in vigore lunedì 8 settembre il nuovo contratto di solidarietà in deroga (poiché il biennio degli ammortizzatori sociali ordinari è terminato) per i 3.750 lavoratori della fabbrica dove viaggia il 64 per cento della produzione nazionale. La misura durerà un anno, concludendosi l’8 settembre 2026. La riduzione dell’orario di lavoro sarà fino al 75 per cento come media del personale interessato.
In sede di accordo (siglato il 27 agosto) i sindacati hanno anche ottenuto la sottoscrizione di un verbale congiunto con la direzione aziendale per richiedere un incontro con la Regione Campania e ottenere un sostegno al reddito, finalizzato a garantire la partecipazione ai percorsi formativi previsti nell’ambito del contratto di solidarietà.
“È evidente che, se i piani per lo stabilimento di Pomigliano rimanessero quelli annunciati, ovvero l’arrivo di due nuovi modelli entro il 2029, lo stabilimento avrà necessariamente bisogno di ulteriori ammortizzatori sociali e quindi di provvedimenti ad hoc”, spiega la Rsa Fiom: “È necessario, dunque, anticipare il piano industriale: il 2029 resta una data troppo lontana per poter pensare di mantenere i livelli occupazionali, già scesi a soglie preoccupanti”.
I metalmeccanici Cgil sottolineano “l’importanza degli eventuali corsi di formazione, che oltre ad avere l’obiettivo di migliorare le competenze delle persone, devono anche essere finalizzati a integrare i salari di lavoratrici e lavoratori. Azienda e istituzioni devono farsi carico di integrare il reddito delle persone”.
La Rsa Fiom così conclude: “Siamo consapevoli della profonda crisi che attraversa il settore automobilistico, ma non possiamo ignorare il fatto che Stellantis continui a investire fuori dai confini nazionali. Il nostro modello più importante, la Nuova Panda, è stato assegnato e viene attualmente prodotto in Serbia e, solo pochi giorni fa, è stato annunciato anche un ingente investimento in Marocco”.