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“Lavoratori alla fame, che pur non hanno saltato un giorno di lavoro e hanno continuato a garantire assistenza e cure ai pazienti del Centro. Sono operatori del servizio sanitario pubblico. All’interno di un sistema, quello degli accreditamenti, che da sempre sosteniamo debba essere rivisto: nelle maglie di appalti e subappalti, gli unici a pagare sono i lavoratori, anello debole del sistema, ed è inaccettabile che a non farsi carico di risolvere criticità che hanno così gravi ricadute sulla vita di lavoratori e famiglie, sia la stessa istituzione pubblica. Rallentare un pagamento significa mettere in ginocchio intere famiglie: faremo di tutto per sostenerli e risolvere definitivamente quello che non può essere definito se non come un dramma, umano e sociale”. Durissimo il comunicato della Fp Cgil Roma e Lazio che dà notizia del presidio in corso sotto la sede della Regione Lazio, organizzato per la protesta dei lavoratori del Centro di Educazione Motoria di via Ramazzini, senza stipendi arretrati da dicembre a marzo.
La complessa vicenda di questi mesi - si legge nella nota sindacale - si è chiusa da una parte con la loro assunzione diretta in Croce Rossa, a partire da aprile, alla scadenza dell’appalto con la Gem srl, di cui erano dipendenti, a loro volta subappaltati alla Gem Roma srl: “riuscire a raggiungere una surroga tra soggetti privati non è un risultato scontato né frequente. Ma, continuando a non pagare gli stipendi arretrati, da dicembre a marzo, tredicesima inclusa, si stanno vanificando gli effetti positivi della loro stabilizzazione”, ha denunciato la Fp Cgil.
Al vertice della catena dei mancati pagamenti, causa della non disponibilità di risorse a pagare ai lavoratori gli arretrati in surroga da parte di Croce Rossa, c’è la Regione Lazio: “spiace davvero non aver potuto minimamente contare sulla Regione Lazio che, se non altro per il lavoro che svolgono per conto del Sistema Sanitario Regionale, dovrebbe comunque cercare di garantire questi lavoratori, almeno pagando regolarmente ed evitando di fornire alibi ai centri accreditati”, le parole rivolte dal sindacato all’Assessore D’Amato.