Roma oggi si ferma per ricordare Octav Stroici, l’operaio che ha perso la vita nel crollo della Torre dei Conti. Il sindaco Roberto Gualtieri ha proclamato il lutto cittadino: le bandiere delle sedi istituzionali sventolano a mezz’asta e i mezzi pubblici viaggiano listati a lutto. Un gesto di rispetto, ma anche un segno di vicinanza a chi ogni giorno lavora mettendo a rischio la propria vita.

“È un fatto importante – afferma Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio – che il sindaco abbia accolto la nostra richiesta, partecipando alla fiaccolata per Octav insieme a tanti rappresentanti delle istituzioni. È stata una testimonianza collettiva di dolore, ma anche di impegno per fermare la strage nei luoghi di lavoro”.

Una comunità intera, quella romana, che si stringe intorno alla famiglia dell’operaio, ai colleghi, a chi ha condiviso con lui la fatica quotidiana. “Il lavoro è solidarietà – sottolinea Di Cola – come hanno dimostrato i soccorritori che, rischiando la propria vita, hanno cercato di salvare gli operai coinvolti nel crollo”.

Ma il cordoglio non basta. “Il dolore e la rabbia devono tradursi in atti concreti – continua il sindacalista –. Serve garantire davvero la sicurezza sui cantieri e non è accettabile che a 66 anni si debba ancora lavorare in attività pericolose e gravose. In un Paese giusto lo si eviterebbe, invece la prossima legge di Bilancio innalza ulteriormente l’età pensionabile”.

Nel Lazio, denuncia la Cgil, gli infortuni sul lavoro tra gli over 60 sono aumentati del 30% negli ultimi anni, così come le morti. “Affinché quanto accaduto a Octav non si ripeta, occorre cambiare le regole: il diritto alla vita e alla sicurezza deve venire prima di tutto”.