Accordo raggiunto tra Assopellettieri e Confindustria Moda e le rappresentanze sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per gli addetti delle industrie manifatturiere delle pelli e succedanei e ombrelli e ombrelloni.

Fuori i pirati dalla moda. Rilevante è l’inserimento, per la prima volta in un contratto nazionale, di un articolato normativo sul contrasto al dumping contrattuale con l’impegno per le imprese a commettere lavoro solo ad aziende che applicano i contratti sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative. Tale impegno viene inserito nel contratto di fornitura e viene richiesto di inserirlo lungo tutta la filiera. Un primo strumento concreto di lotta allo sfruttamento dei lavoratori.

Il commento. "Il fenomeno del dumping contrattuale – ha sottolineato Sonia Paoloni, segretaria nazionale della Filctem Cgil. – è dannoso all'interno del sistema moda perché diminuisce i diritti dei lavoratori, crea sfruttamento nei loro confronti e genera concorrenza sleale tra le imprese. Questo accordo dovrà fungere da esempio per il governo e le istituzioni, in attesa di una regolamentazione normativa che impedisca l'applicazione di contratti nazionali non siglati da associazioni rappresentative a livello nazionale, con condizioni nettamente peggiori.

Contro le violenze di genere. Le parti si sono impegnate per il sostegno alle vittime di molestie e di violenza, nonché l’assistenza alle stesse nel processo di reinserimento sia in altre sedi della medesima azienda, o presso altre realtà di Confindustria. Inoltre, vengono aumentate le ore possibili da far confluire nella “Banca individuale delle ore”, che su richiesta dell’interessato potranno essere utilizzate sotto forma di riposi compensativi. Infine, passerà da 4 a 8 mesi l’aspettativa non retribuita per la conservazione del posto di lavoro nel caso di malattie gravi e viene normata la fruizione ad ore dei congedi parentali.

La parte economica. L’intesa prevede un aumento sui minimi di 78 euro al 3° livello. Per quanto riguarda il welfare contrattuale l’intesa prevede sull’assistenza sanitaria integrativa Sanimoda che il contributo sia elevato a 12,00 euro mensili, 4 euro in più, con decorrenza dal 1° aprile 2021, mentre su fondo previdenziale Previmoda è previsto che, fermo restando il contributo a carico del lavoratore pari a 1,50%, con decorrenza dal 1° aprile 2022 il contributo a carico dell’azienda è elevato al 2,00% (8 euro medi). L’elemento di garanzia retributiva, per i lavoratori le cui aziende non applicano la contrattazione di 2° livello, sarà elevato a 230 euro annui. La vigenza contrattuale scadrà il 31 marzo 2023.

La parola ora passa ai lavoratori che voteranno l’intesa nelle assemblee.