Stato di agitazione permanente e sciopero lunedì 8 settembre (dalle ore 10 alle 11), con presidio davanti ai cancelli della fabbrica, per i 140 lavoratori della Lpe di Baranzate (Milano), azienda produttrice di reattori epitassiali per carburo di silicio e silicio.

A motivare la protesta, spiega la Fiom Cgil milanese, la comunicazione dell’impresa “di voler procedere a una forte riorganizzazione aziendale che potrebbe tradursi inizialmente in drastica riduzione del personale e, successivamente, nella messa in discussione dell’attività dell’intero sito”.

Chi è la Lpe

Un’azienda “strategica”, così la definisce la Fiom: “Tanto strategica che, quando nel 2021 una società cinese tentò di acquisirla, venne bloccata dall’allora Governo Draghi con lo strumento della ‘golden power’, ossia la normativa che si applica per proteggere l’interesse nazionale in settori come difesa, telecomunicazioni, energia e trasporti”.

La Lpe venne successivamente acquisita dalla multinazionale olandese Asm, sulla base di un protocollo, dai contenuti riservati, siglato nell’allora ministero dello Sviluppo economico. La Asm possiede, oltre all’impianto di Baranzate, anche uno stabilimento a Catania oltre che negli Stati Uniti, seppur “il suo maggior cliente – precisa la Fiom – fino a poco tempo fa è stata la Cina”.

Fiom Milano: “L’azienda non ha investito”

“In un settore in rapidissima trasformazione come quello in cui opera l’azienda gli investimenti in innovazione sono fondamentali, tanto quanto la congiuntura internazionale”, proseguono i metalmeccanici Cgil: “Ma Asm non ha investito affatto sullo stabilimento di Baranzate che, per restare competitivo, avrebbe bisogno di una camera bianca” (ndr. un ambiente chiuso a contaminazione controllata, progettato per mantenere un livello estremamente basso di particelle sospese nell'aria, come polvere e microrganismi).

Se a questo “aggiungiamo i dazi e la drastica diminuzione delle commesse dalla Cina, il futuro di azienda e lavoratori si fa incerto. Per scongiurare questo esito è stato dichiarato lo stato di agitazione permanente”.

Conclude Marco Verga (Fiom Cgil Milano): “Percorreremo tutte le strade, soprattutto quelle istituzionali, per tentare di dare un futuro a Lpe e ai suoi lavoratori e per non disperdere un patrimonio strategico per il nostro Paese”.