La tensione tra Terna e i lavoratori esplode davanti alla Sede del Dispacciamento. Rsu e Filctem Cgil del Lazio si sono radunate questa mattina insieme a decine di dipendenti per denunciare un clima considerato sempre più ostile. Una protesta nata per contestare quelle che il sindacato definisce politiche aziendali arroganti, un cambio di passo del nuovo vertice che sta irrigidendo le relazioni industriali e trasformando accordi un tempo avanzati in terreni di scontro. Alessandro Borioni, segretario generale della Filctem Cgil Roma Lazio, parla di un sistema che sta perdendo qualità e capacità di dialogo proprio nel momento in cui la complessità del settore richiederebbe equilibrio e confronto.

20251125 FILCTEM presidio Roma Terna
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Un modello che si incrina

Per anni Terna è stata considerata un punto di riferimento nella contrattazione elettrica. La Filctem ricorda come molti accordi siglati in azienda siano stati ripresi in altre realtà del settore, confermando un livello negoziale avanzato. Negli ultimi mesi però, denuncia Borioni, la trattativa si è fatta sempre più difficile. Gli incontri non portano risultati, le intese arrancano, e la gestione del personale viene percepita come discutibile e costosa da chi lavora. Il sindacato sostiene che il nuovo gruppo dirigente abbia introdotto iniziative giudicate “dissennate”, in grado di ricadere pesantemente non solo sull’organizzazione interna ma anche sul benessere dei dipendenti chiamati a reggere i cambiamenti in corso.

Divise obbligatorie e spazi ridotti

Tra le decisioni che più irritano i lavoratori c’è l’obbligo delle divise per i turnisti di sala, misura considerata immotivata e punitiva. Maurizio Cialdea, Rsu e Rlsa della Filctem Cgil, racconta un crescente malessere nella sede di Palmiano, dove gli spazi disponibili si stanno riducendo mentre arrivano nuovi trasferimenti. Dallo scorso 3 novembre altre cento persone sono state ricollocate, aggravando la pressione logistica e organizzativa. La combinazione di obblighi, ristrettezze e continui cambi di mansione sta alimentando un malcontento diffuso, una sensazione di poca attenzione verso le esigenze operative quotidiane.

Preoccupazioni su controlli e trasparenza

Il sindacato punta il dito anche su altre pratiche introdotte da Terna: l’uso delle impronte digitali per l’identificazione sui dispositivi aziendali, ritenuto eccessivo; compensi economici straordinari percepiti come poco trasparenti; armonizzazioni contrattuali che secondo il sindacato comportano perdite economiche per una parte del personale. A questo si aggiungono i timori legati ai ragionamenti interni sulla possibile vendita di asset considerati strategici, come la rete AT. Una prospettiva che, nel mondo elettrico, accende inevitabilmente un allarme sulla tenuta industriale e sugli equilibri del sistema.

La richiesta al vertice: cambiare passo

La protesta di oggi è anche un appello diretto al vertice aziendale. I lavoratori chiedono rispetto, un ritorno a una gestione sobria, trasparente e capace di ascoltare chi lavora nelle sedi operative. I lavoratori rivendicano relazioni industriali serie, non corsi sulla padronanza della lingua italiana che vengono percepiti come un diversivo rispetto ai problemi reali. Se la dirigenza non sarà in grado di cambiare atteggiamento, conclude il rappresentante sindacale, allora sarà necessario “passare la mano”. La mobilitazione non si ferma: per la Filctem Cgil questa è solo la prima risposta a un modello di gestione che rischia di cristallizzare la frattura tra azienda e lavoratori.