Nel giorno della mobilitazione di Cgil e Uil per chiedere a gran voce, tra le altre cose, l’obiettivo degli “infortuni zero” nel mondo del lavoro, lo sciopero generale piacentino è stato funestato - e le manifestazioni interrotte anzitempo - dalla ferale notizia della morte di un operaio edile 57enne in un cantiere in via Grazia Deledda, quartiere Besurica, a pochi chilometri dalla manifestazione.

Erano nove le croci che Cgil e Uil avevano posto attorno al monumento intitolato ai Caduti sul Lavoro nell’omonimo parco dove oggi, 11 aprile, si erano dati appuntamento gli scioperanti di tutti i settori e i pensionati per chiedere sicurezza sul lavoro, una riforma fiscale più equa e un nuovo modello di fare impresa. Le nove croci simboleggiavano i “caduti” sul lavoro dal 2023 a oggi a Piacenza, che sono saliti a 10 per la morte dell’operaio edile, proprio mentre erano in corso lo sciopero. È la seconda morte sul lavoro che ha funestato il piacentino nel 2024, la decima dal 2023 a oggi.

Fino a quel momento gli interventi dei delegati e delle delegate, aperti dal segretario Uil Emilia, Francesco Bighi, passati dal presidente Anmil Maurizio Manfredi, avevano denunciato le storture su i temi del fisco, del modello d’impresa e della sicurezza sul lavoro, a partire dalla tragedia nella centrale Enel di Bargi al lago di Suviana (Bologna) che aveva portato Cgil e Uil Emilia-Romagna a decretare 8 ore di sciopero per tutti i settori in Regione. Ivo Bussacchini, segretario generale Cgil, ha preso la parola anzitempo e ha tirato le conclusioni della manifestazione prima di recarsi, insieme al segretario Uil Bighi, nel luogo della tragedia per significare la vicinanza del mondo del lavoro ai colleghi della vittima e alla famiglia, a cui sono andati i pensieri delle donne e degli uomini in sciopero.