All’indomani del caso Loro Piana e delle indagini su subappalti irregolari nella produzione di capi di lusso, si è tenuto a Roma il Tavolo della Moda convocato nelle scorse settimane dal ministero delle Imprese e del made in Italy. Le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno espresso forte preoccupazione per la condizione della filiera e per la fragilità degli strumenti di controllo sulla legalità del settore.

“Serve una certificazione nazionale della filiera”

“Questo è uno dei tanti incontri a cui abbiamo partecipato – hanno dichiarato i sindacati – ma mentre si discute, continuano casi di illegalità diffusa nel sistema degli appalti e subappalti, anche da parte di marchi noti”. Il riferimento è chiaro: dopo l’inchiesta che ha travolto Loro Piana, emerge il bisogno di un sistema obbligatorio di certificazione della legalità, che tuteli lavoro regolare, salari dignitosi, sicurezza, applicazione dei contratti collettivi e contrasto al dumping.

La richiesta è quella di una filiera tracciabile e certificata, e di una nuova definizione del marchio Made in Italy. “Oggi basta anche solo una fase di lavorazione finale svolta in Italia per ottenere il marchio. Ma è una logica da superare – ribadiscono i sindacati – se vogliamo davvero tutelare l’intera manifattura”.

Investimenti stabili, non promesse estemporanee

Oltre al tema della legalità, le parti sindacali hanno sollevato il nodo degli investimenti industriali, oggi troppo incerti e frammentati. “La crisi del settore è strutturale – hanno detto – servono politiche industriali di medio e lungo periodo, ammortizzatori sociali adeguati, e programmi seri per la formazione e il rafforzamento delle competenze professionali”.

Durante l’incontro sono stati presentati alcuni provvedimenti: 250 milioni di euro per un credito d’imposta aggiornato, volto a sostenere design e realizzazione dei campionari; estensione e semplificazione dell’accesso alla cassa integrazione per il settore moda; introduzione dell’etichettatura digitale del Made in Italy, gestita dall’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato.

Per i sindacati, tuttavia, queste misure rischiano di essere insufficienti se non strutturali. “È essenziale coinvolgere davvero le organizzazioni sindacali nella definizione delle strategie – hanno concluso –. Gli investimenti devono riguardare impianti, sicurezza, attrattività per i giovani. Non possiamo più vivere nell’incertezza dei finanziamenti a singhiozzo”.