La pandemia è stata un’occasione mancata. Allora dicemmo che tutto sarebbe cambiato, sarebbe migliorato. In realtà l’emergenza sanitaria è passata, ma non abbiamo colto l’opportunità per modificare assetti produttivi e finanziari di una città importante come Milano. E oggi ci ritroviamo in un contesto aggravato da un quadro internazionale fortemente compromesso che sta azzerando molti livelli di produzione industriale e in termini di ordinativi”. A dipingere il quadro fortemente critico che emerge dai dati sul mercato del lavoro nell’area metropolitana di Milano è Antonio Verona, del Dipartimento Mercato del Lavoro della Camera del Lavoro Cgil di Milano.

Luca Stanzione, Cgil Milano: “Aumentano le disuguaglianze”

Per Luca Stanzione, segretario generale della Cgil Milano, “l’anno scorso Milano ha visto un incremento del Pil dell’1,5% rispetto all’anno precedente, quasi il doppio della crescita registrata in Lombardia. Ma cosa diventerebbe Milano se uscisse dai ranking europei che la vedono tra i luoghi più attrattivi in cui investire in asset immobiliari? E cosa sarebbe Milano se non fosse più meta del turismo internazionale?”.

“Di certo – prosegue Stanzione – sappiamo che la crescita di Milano ha prodotto disuguaglianze su cui è aperto un dibattito metropolitano, che pensiamo di aver contribuito ad avviare insieme a tante realtà del territorio. La curva dell’indice di Gini, che tra il 2016 e il 2020 vede un’impennata significativa, significa che le risorse destinate ai salari complessivamente aumentano, ma la loro distribuzione diventa fortemente ineguale. Anche osservando questo indice di misura della disuguaglianza possiamo dire che è oggi, non domani, il tempo che la nostra comunità affronti il tema di come superare una crescita generatrice di disuguaglianze e frustrazioni e favorire invece una crescita felice. Sta qui un ripensamento profondo dei ritmi e dell’utilizzo del tempo di vita e di lavoro per la nostra area metropolitana".

L’iniziativa

Oggi, per presentare i dati, il quadrato rosso ha organizzato una iniziativa in città dal titolo “Milano al lavoro. Cronaca di un’occasione mancata”. Dopo l’analisi dei numeri e del contesto, curata proprio da Antonio Verona, spazio a una tavola rotonda moderata dalla giornalista del Corriere della Sera Rita Querzè, sui temi dell’occupazione. Un dibattito al quale parteciperanno Elena Buscemi, presidente del Consiglio comunale di Milano; Valeria Innocenti, direttrice Area lavoro e previdenza Assolombarda; Luca Stanzione, segretario generale della Cgil di Milano. 

“Il problema evidenziato dai dati statistici – ci ha spiegato Antonio Verona – è che dal punto di vista dell’occupazione tra il 2019 e il 2023 la situazione è rimasta sostanzialmente immutata a Milano”. Basta scorrere le slide e leggere i grandi numeri per scoprire che nel 2023 Milano presenta 1.507.000 occupati, lo 0,8% in più rispetto al 2019. Nonostante la pandemia e tutti gli sconvolgimenti che ha portato nel nostro mondo, di fatto non è cambiato nulla. 

"Dietro questa immutabilità trovano conferma gli stessi problemi di prima, un’economia resa fragile perché si basa sugli eventi piuttosto che sul turismo e, più in generale, sul lavoro discontinuo, sul fatto che un terzo del mercato del lavoro milanese, circa mezzo milione di persone, lavora con livelli di reddito insufficienti a mantenersi. Per loro, uno su tre in termini di occupati, la media salariale è di 800 euro. La pandemia – conclude Antonio Verona – avrebbe potuto essere una occasione di cambiamento, ma non l’abbiamo colta”.