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La Microcast ha depositato l’istanza di fallimento in proprio presso il tribunale di Pavia. L’azienda – che attualmente occupa 60 dipendenti nello storico stabilimento di Pontecchio Marconi (Bologna) e controlla al 100% un’altra azienda del territorio, la Fratelli Bucciol, con circa 30 dipendenti – a dicembre 2019 ha richiesto l’avvio della procedura di concordato in continuità a causa di gravi problemi finanziari.
“Immediatamente abbiamo attivato il tavolo di salvaguardia regionale e monitorato costantemente la stesura del piano industriale, la sua implementazione e l’evoluzione della procedura concorsuale cui l’azienda è stata ammessa il 1° giugno 2021”, dichiara la Fiom Cgil territoriale: “In questi lunghi mesi si è continuato a produrre e a fatturare nonostante le difficoltà legate alla pandemia mondiale e ai vincoli imposti dalla procedura stessa”.
I metalmeccanici della Cgil evidenziano che l’azienda, nonostante “un fatturato 2021 sotto budget, non in linea con gli obiettivi previsti dal piano di rientro depositato in tribunale, ha un portafoglio ordini rilevante, che consentirebbe di garantire continuità lavorativa allo stabilimento”. Al tavolo, prosegue la Fiom, abbiamo ribadito “all’azienda e alle istituzioni la necessità di agire velocemente per assicurare la tenuta occupazionale e la continuità produttiva, mentre tutte le lavoratrici e i lavoratori hanno manifestato in presidio davanti ai cancelli”.
Il sindacato ha “richiesto che il tavolo venga immediatamente convocato non appena sarà emessa la sentenza di fallimento e nominato il curatore fallimentare. Dovrà essere priorità di tutte le parti garantire la tenuta occupazionale utilizzando, se necessario, tutti gli strumenti e gli ammortizzatori sociali a disposizione”. La Fiom, infine, dichiara che “andrà chiarito immediatamente a qualsiasi potenziale interessato all’acquisizione che non saremo disposti ad accettare soluzioni che prevedano riduzioni di organico o impoverimento delle produzioni svolte nello stabilimento di Pontecchio Marconi”.