Maurizio Landini ha spiegato a margine dell’assemblea delle delegate e dei delegati della Cgil in corso a Firenze, le ragioni della proclamazione dello sciopero generale da parte della Cgil per il 12 dicembre. “Una manovra ingiusta, sbagliata, che vogliamo cambiare. L’emergenza fondamentale in questo momento è il salario, l’aumento dei salari, e questa manovra non fa nulla per questo. Chiediamo una detassazione di tutti i contratti pubblici e privati e chiediamo la restituzione del fiscal drag, quei 25 miliardi di euro in più di tasse non dovute e pagate da lavoratori e pensionati negli ultimi tre anni. Chiediamo che si investa sulla sanità pubblica di fronte al dato che sei milioni di italiani rinunciano alle cure. Chiediamo investimenti sulla scuola e sui servizi sociali, a partire dalla legge sulla non autosufficienza”.
“Quelli che han vinto le elezioni – ha continuato Landini affrontando il tema della previdenza – sono riusciti di nuovo a fare cassa sulle pensioni. Viene da dire: ridateci la Fornero. E poi c’è un problema che si chiama fisco: è più alta la tassazione su salari e pensioni che su rendite finanziarie e immobiliari e sui profitti. Abbiamo avanzato una proposta: un contributo di solidarietà che riguarderebbe i 500 mila italiani più ricchi, un contributo dell’1% in più che porterebbe a un’entrata di 26 miliardi” da investire sullo stato sociale.
Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è un altro tema affrontato dal segretario generale della Cgil. “Sul lavoro si continua a morire per la logica dell’appalto e del subappalto e, più in generale, per un modo sbagliato di fare impresa. C’è un sistema che aiuta i banditi, la logica del profitto fine a se stesso. Noi diciamo basta, è necessario scendere in piazza”.
“Se una vede le carte del governo di questa manovra e dei prossimi tre anni, c’è un’unica spesa pubblica che aumenta – è la denuncia di Maurizio Landini –: quella per le armi. Non c’è un euro per rilanciare investimenti pubblici e privati, nonostante siamo in recessione. Chi ha pagato la crisi sono lavoratori e pensionati e i soldi vengono investiti in armi. Noi diciamo no a questa logica – che è solo l’inizio, nei prossimi dieci anni vogliono investire in armi più di 900 miliardi –. È una follia che va fermata, la sicurezza e la pace non la costruisci riarmando le persone, ma la costruisci con la giustizia sociale, con il lavoro delle persone, la costruisci impedendo ai giovani di andar via dal nostro Paese, cancellando le leggi balorde sulla precarietà e rimettendo al centro la persona, la giustizia sociale, non il profitto, non il mercato, non la competizione fine a se stessa, non la logica della guerra come strumento di regolazione delle controversie tra gli Stati”.
“Noi – ha concluso – ci rivolgiamo a tutte le persone, ai giovani e alle donne, che stanno pagando un prezzo pesantissimo, a lavoratori e pensionati, perché il 12 dicembre siano con noi in piazza. Faremo manifestazioni in tutti i territori e vogliamo dimostrare che la maggioranza di questo Paese, quella che lo tiene in piedi con il proprio lavoro, chiede di essere ascoltata e chiede di cambiare una logica sbagliata e non più sopportabile”.





















