La direzione di Industria italiana Autobus "ci ha illustrato la situazione aziendale, sottolineando che la condizione finanziaria sta migliorando e che la produzione, sia pure a “macchia di leopardo” e con ulteriori criticità a Bologna, sta salendo. Purtroppo persistono problemi seri che impediscono di lavorare a pieno regime. Il paradosso, quindi, è che IIA ha un ampio portafoglio ordini ma fatica a evaderli. Più in particolare IIA ha già un portafoglio ordini di circa 800 autobus e ulteriori ordinativi sono in arrivo anche dall’estero. Al contempo stanno aumentando i costi di produzione e dei materiali". Lo affermano Fiom, Fim, Uilm e UglM, in una nota.

È di conseguenza in corso una riorganizzazione specie della catena di fornitori, ma senza una iniezione di nuovo capitale circolante non sarà possibile produrre i 600 autobus che si ha l’obiettivo di completare entro il 2023.

"Stante la complessità e la pericolosità della situazione - proseguono -, è assolutamente necessario un incontro presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, tanto più che il controllo di IIA è in mano pubblica. Al contempo però occorre una gestione aziendale più efficiente, trasparente e oculata, in grado di non generare perdite continue. Continuando così difatti il progetto di IIA non potrebbe che naufragare e ciò non solo colpirebbe i lavoratori, ma metterebbe fine al progetto industriale che ha riportato in Italia la produzione di autobus".

A tal fine "è necessario e non più rinviabile avviare dei confronti territoriali con le strutture, le Rsu e la direzione produttiva su tutti gli aspetti che affrontino le difficoltà legate agli approvvigionamenti dei materiali, allo stato di avanzamento degli investimenti sulle linee, alla riorganizzazione degli ambienti e dei layout produttivi a partire già dai prossimi giorni. In tal senso - concludono -, la direzione si è resa disponibile a convocare due incontri per la settimana prossima sia nello stabilimento di Bologna che in quello di Flumeri".