Si è aperto ufficialmente a Modena il XX congresso della Fillea. Dopo 2.300 assemblee di base, con la partecipazione di oltre 100 mila iscritti, è dunque partita al Forum Guido Monzani di Modena la tre giorni nazionale del sindacato degli edili della Cgil. 

Nel corso della tre giorni, oltre al dibattito congressuale, sono previsti gli interventi di numerose delegazioni sindacali straniere e italiane, due tavole rotonde con le parti sociali dell’edilizia - Federica Brancaccio, Presidente Ance e Massimo Bruno, Chief Corporate Affairs delle Ferrovie dello stato  - e dei materiali da costruzione - Mario de Gennaro, Responsabile Relazioni Industriali Natuzzi e Luigi Di Carlantonio, Vice Presidente Confindustria Ceramica - e l’intervista del Direttore della Gazzetta di Modena al Segretario generale Cgil Maurizio Landini, con cui il 10 febbraio si concluderanno i lavori. 

Nella sua relazione di apertura, di fronte a una platea di oltre 500 delegate e delegati, il segretario generale uscente, Alessandro Genovesi ha subito sottolineato che al centro dell'assise c'è il tema di “come conquistare un nuovo modello di sviluppo, un sistema economico, un modello di relazioni industriali in grado di ridare un protagonismo al lavoro”. Poi uno sguardo all'attualità politica: “Abbiamo giudicato nel merito i primi provvedimenti del Governo - ha detto Genovesi -. Le priorità non sono state i salari ma l’uso del contante, la reintroduzione dei voucher, la “Flat tax” per i lavoratori autonomi e la riduzione delle tasse sugli utili da rendita finanziaria al 14%, contro il 20% pagato sugli utili di imprese”.

Ne nasceranno ulteriori disuguaglianze che però si sommano a “fragilità antiche da sempre denunciate dalla Cgil”. Per questo “abbiamo posto da subito il tema di come programmare le ingenti risorse del Pnrr per fare riforme di struttura”. La Fillea è protagonista di questa fase, perché è consapevole “di essere una categoria al centro dello scontro tra produzione e rendita, tra transizione energetica e status quo, al centro della transizione demografica, culturale e multi etnica, al centro della nuova conformazione dei luoghi fisici e dei flussi urbani”.

L'obiettivo del sindacato, in ogni caso, resta sempre lo stesso: “Maggiore giustizia sociale, maggiore democrazia economica, maggiore rappresentanza e potere per i lavoratori e le lavoratrici, fabbrica per fabbrica, cantiere per cantiere”. Serve però “un progetto politico e sindacale, per l’Italia e per l’Europa che riattivi la voglia di cambiare il mondo”. Un progetto che per Genovesi “passa da un Piano europeo per il lavoro, per orientare i cambiamenti tracciati dal Next generation EU e dal Pnrr, e offrire opportunità di nuovo lavoro, buono e stabile, contro speculatori, sfruttatori, rentier”. E pertutelare i lavoratori nel mondo che sta cambiando, dal lavoro dark a quello green, dal lavoro gerarchizzato a quello più orizzontale, dal lavoro a basso contenuto tecnologico al lavoro integrato con l’Intelligenza artificiale”.

Per fornire al sindacato gli strumenti necessari a queste sfide la Fillea avanza “la proposta, pur con tutte le differenze del caso, di estendere la nostra mutualità e bilateralità edile anche in altri settori, rappresentando una possibile esperienza di ricomposizione e d'identità collettiva a fronte del tanto lavoro frammentato, dipendente e autonomo, discontinuo, nelle Pmi oggi senza o con scarse tutele reali”.

I risultati ottenuti dagli edili sono negli ultimi anni sono stati molti e vengono rivendicati “con orgoglio” dal segretario generale: dai “positivi rinnovi del 2018”, al “rinnovo del 2022, un contratto che “ci deve vedere, tra le altre cose, tornare a svolgere una funzione di programmazione delle scuole e degli enti unici, tenendo insieme formazione, sicurezza, lotta al sotto inquadramento”. Ma la Fillea rivendica anche “gli accordi fatti sul Pnrr, i rinnovi contrattuali negli impianti fissi, le conquiste legislative ottenute e che ora probabilmente saremo chiamati a difendere, il nostro insistere sulla rigenerazione urbana come terreno d'incontro/scontro tra modelli diversi”.

“In questi anni – ha continuato Genovesi - abbiamo provato a governare il cambiamento e quando non c'erano le condizioni per un accordo con le imprese o con le istituzioni, abbiamo lavorato perché maturassero, perché si spostassero in avanti rapporti di forza e alleanze. Pensiamo allo scontro con l’Ance sui commissari straordinari o ancora al Durc di Congruità”. Con le lotte “ci siamo presi la norma nella legge 120/2020, ma poi è con la contrattazione che abbiamo ottenuto l’intesa sulla congruità”. E poi la legge 25/2022 “che subordina gli incentivi pubblici dati ai privati (i vari bonus edili) all’obbligo di applicare i contratti di settore comparativamente più rappresentativi”. Una conquista che, tolto il regime storico nei porti, “nessun altro comparto ha portato finora a casa”. Così come significative sono state altre conquiste legislative: “Tra queste, negli appalti pubblici la parità di trattamento economico e normativo e l’applicazione dello stesso contratto tra lavoratori in subappalto e lavoratori in appalto”.

Fatto un bilancio di questi 4 anni, Genovesi ha poi lancia le sfide per il futuro del sindacato, “attrezzandoci al contempo a parare i colpi di questa destra. A partire dal possibile nuovo Codice degli appalti”. Un testo insidioso, perché “le bozze dei decreti legislativi non sono mai state oggetto di un confronto tra il governo e le organizzazioni sindacali”, mentre “il decreto legislativo ha in sé limiti evidenti che renderanno più difficile esigere concretamente le tutele che ci siamo conquistati”. In questo contesto “sarà molto più difficile per tutti, sindacati, imprese serie e pubbliche amministrazioni, verificare e far rispettare le stesse norme sulla sicurezza, sul rispetto dei contratti collettivi, sulla parità di trattamento, sul Durc di Congruità, ecc”.

Le priorità della Fillea nei prossimi tempi saranno dunque: “Politiche per una vera rigenerazione urbana, politiche industriali per la crescita e l’industrializzazione del settore edile, e il rilancio del partenariato pubblico-Privato”. Ma anche “una giusta transizione per il settore dei materiali, la difesa della funzione salariale dei contratti collettivi, e la riduzione degli orari contrattuali e di fatto”. Nell'agenda della Fillea ci sono poi: “Il contrasto al lavoro precario e l'inclusione delle Partite Iva, la sottoscrizione dei secondi livelli in edilizia, la valorizzazione delle figure tecniche ed impiegatizie, e più in generale delle alte professionalità”. Mentre “i temi della salute e sicurezza devono vivere come temi vertenziali ordinari, tramite specifiche campagne annuali”.

Per essere coerenti con queste priorità, però, il sindacato deve darsi “l’obiettivo di allargare la partecipazione dei lavoratori, che vuol dire avere ed eleggere più Rsu in coerenza con il documento congressuale della Cgil e con gli impegni presi nell’ultima Conferenza di organizzazione”. “Il tema del proselitismo e della crescita di rappresentanza – ha concluso Genovesi - rimarrà, pertanto, obiettivo prioritario anche per le politiche di sostegno organizzativo dei prossimi anni così come la semplificazione dei livelli direzionali al fine di garantire maggiori risorse e presidio sui territori”. Insomma, “è dal territorio che siamo partiti ed è al territorio che dobbiamo tornare, ma sempre con lo sguardo rivolto al futuro. Noi che sindacato di strada lo siamo da ormai quasi 137 anni”.