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Il destino dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro è ormai al centro di un acceso dibattito e il rischio di un suo ridimensionamento è più vicino din quanto si pensi. A partire dal gennaio 2026, infatti, potrebbe avviarsi una riorganizzazione che prevede lo smantellamento dell’Agenzia e il suo accorpamento sotto il controllo diretto del Ministero del Lavoro. Un piano che sembra riproporre l’idea già ventilata dalla ministra Marina Elvira Calderone all’inizio del suo mandato, e poi accantonata per le polemiche politiche e mediatiche che aveva suscitato.
L’Inl, nato nel gennaio del 2017 come agenzia indipendente con l’obiettivo di centralizzare l’attività ispettiva a livello nazionale, ha sempre goduto di una certa autonomia, soprattutto in ambito regolamentare e amministrativo. Un’autonomia che oggi rischia di essere sacrificata nell’ottica di una riforma che, secondo i sindacati, potrebbe indebolire la funzione di controllo e di tutela del lavoro svolta dall’Ispettorato.
Micaela Cappellini, Ispettrice del Lavoro e Coordinatrice Fp Cgil Toscana per Inl, ha espresso le sue preoccupazioni a margine di un incontro con il Ministero del Lavoro avvenuto lo scorso 25 novembre, in concomitanza con la mobilitazione nazionale degli ispettori del lavoro. Durante la riunione, è emerso che la discussione sul possibile smantellamento dell’Agenzia dovrebbe partire subito dopo l’approvazione della legge di bilancio. “Temiamo che la perdita dell’autonomia ispettiva, sebbene non motivata da ragioni tecniche, indebolisca il controllo e la tutela del lavoro, rendendo l’Istituto sempre più vulnerabile agli interessi politici del governo”, dice Cappellini.
Un altro aspetto che solleva interrogativi riguarda il bilancio dell’Ispettorato, che è in attivo di oltre 240 milioni di euro. Secondo le voci che circolano, questa somma sarebbe destinata ad essere inglobata nel Ministero del Lavoro, suscitando il timore che venga utilizzata per scopi che non rispondono alle necessità dell’Ispettorato. I sindacati propongono, invece, di utilizzare questo avanzo per attrarre e consolidare il personale, sviluppare l'informatica e la digitalizzazione, e stipulare assicurazioni per i rischi connessi alla funzione ispettiva.
“È evidente – sottolinea Cappellini – che come Fp Cgil, temiamo la perdita della necessaria autonomia delle funzioni ispettive, svilite ed indebolite da un maggior assoggettamento all’esecutivo a danno dell’azione di controllo e di tutela del lavoro svolta attualmente dall’Ispettorato”. Inoltre, il piano di riorganizzazione dell’Inl coincide con l’introduzione del decreto sicurezza, che autorizza l’assunzione di dieci posizioni dirigenziali generali e cento dirigenziali non generali all’interno dell’Ispettorato. Tuttavia, ciò non sembra risolvere il problema della carenza di personale operativo, con il governo che sembra concentrarsi più sull’aumento delle posizioni dirigenziali piuttosto che sulle assunzioni di ispettori, un settore che soffre da tempo per l’insufficienza di risorse umane.
Di fronte a queste incertezze, i sindacati, con la Fp Cgil in prima linea, continuano a lottare per la salvaguardia dell’autonomia e dell’efficacia dell’Ispettorato, ponendo al centro delle loro rivendicazioni il rafforzamento dell’intero personale, ispettivo e amministrativo, e il miglioramento delle condizioni di lavoro. La questione rimane aperta e il 2 dicembre, proprio mentre sulla Rai andrà in onda una fiction che racconta il lavoro degli ispettori, i dipendenti dell’Inl si riuniranno in assemblea per discutere delle sorti dell’ente. Previsto anche un flash-mob davanti la sede di via Teuleda a partire dalle ore 15.























