"Basta col perdere tempo: la ripresa dell'economia italiana e toscana, e delle loro manifatture, passa inevitabilmente per la ripresa dei settori delle costruzioni''. A dirlo è la segretaria della Fillea Cgil Toscana Giulia Bartoli: "Nella nostra regione dal 2008 abbiamo perduto più di 6 mila posti di lavoro tra legno, laterizi e cemento, 28 mila in edilizia, con la chiusura di 3.500 imprese (-28,3 per cento) e una riduzione del 19 per cento della massa salariale. Abbiamo provato a tenere quanto possibile, raggiungendo i 16 milioni di ore di cassa integrazione richieste (nel 2013), poi l'emorragia degli anni precedenti è diventata un fiume in piena. Adesso rischiamo veramente di perdere pezzi di storia, professionalità e lavoro, ad esempio, il cotto toscano dall'Impruneta ad Arezzo". Bartoli ricorda anche le tante opere ferme in Toscana: ''L'alta velocità, la E45, la Tirrenica, la Grosseto-Fano, la Firenze Mare, la terza corsia dell'A1. E potremmo continuare: la lista delle infrastrutture e delle opere al palo è piuttosto lunga, con la costa e il Sud della regione che scontano un inaccettabile isolamento infrastrutturale rispetto alle grandi direttrici. Ritardi, intoppi e rallentamenti che costano caro ai cittadini, ai lavoratori e all'economia della nostra regione. I cantieri vanno sbloccati''.