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Seconda giornata di mobilitazione per i lavoratori dell’ex Ilva di tutta Italia contro il piano del governo per il gruppo siderurgico. L’epicentro della lotta oggi (martedì 2 dicembre) è Genova Cornigliano: al termine dell’assemblea dei lavoratori (alle ore 9), è partito un corteo aperto dallo striscione “Genova in lotta per l'industria”.
La manifestazione, cui si sono uniti i lavoratori di Ansaldo Energia e Fincantieri (entrambe le aziende oggi in sciopero), ha percorso le strade del ponente per poi dirigersi verso l’aeroporto cittadino “Cristoforo Colombo”, bloccando l’area partenze con la collocazione di una pala meccanica davanti alle porte. Terminato il blocco, il corteo si è diretto verso l’autostrada.
De Palma, Fiom: “Il piano del governo è inaccettabile”
“Ai lavoratori dell’ex Ilva in occupazione a Genova, e a quelli in mobilitazione a Novi Ligure e Racconigi, Palazzo Chigi deve dare ora una risposta urgente”. A dirlo è il segretario generale Fiom Cgil Michele De Palma: “È inaccettabile il piano per chiudere l’ex Ilva. Noi non chiediamo cassa integrazione, ma un piano per il lavoro”.
Fiom Genova: “L’industria non si tocca”
“L’aeroporto è bloccato per mandare il messaggio al Paese che l'industria a Genova non si tocca”, spiega il delegato Fiom Cgil Armando Palombo: “Non ci faremo portare via il lavoro. È un messaggio anche al governo e ai commissari: noi da qui non smobilitiamo”.
Palombo ha chiesto alle istituzioni “meno chiacchiere e più lavoro. Delle bugie del ministro Urso abbiamo piene le scatole, ora basta. Il lavoro, a partire dall'Ilva deve arrivare a Genova, e il lavoro, continuando per l'Ansaldo, non può andare fuori da Genova. Questa è una battaglia comune. E quindi difenderemo il nostro lavoro con tutte le forze che abbiamo”.
Taranto, indetto sciopero a oltranza
Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Usb hanno proclamato per oggi (martedì 2 dicembre) lo sciopero a oltranza, a partire dalle ore 12 e fino a nuova comunicazione. Lo stop è finalizzato a richiedere un incontro per un unico tavolo a Palazzo Chigi, con l’obiettivo di ottenere il ritiro del piano e di avviare un confronto serio e costruttivo su diritti, sicurezza e futuro dei lavoratori. “Questo atto di protesta – scrivono le quattro sigle – rappresenta un momento fondamentale per difendere i diritti di tutti i lavoratori e garantire un futuro di stabilità e dignità nel mondo del lavoro”.
























