Il futuro di Euronics-Galimberti è in bilico: giovedì 29 agosto è attesa la decisione del Tribunale di Milano che potrebbe dichiarare il fallimento della storica catena di negozi. Per lo stesso giorno il sindacato ha proclamato uno sciopero e presidio davanti al Tribunale, a partire dalle ore 11.30. La situazione è molto delicata: dopo la scomparsa del fondatore Ilario Galimberti nello scorso febbraio, l'azienda rischia la chiusura con gravi conseguenze per i 250 lavoratori che operano in undici negozi tra Lombardia e Veneto. I punti vendita di elettronica ed elettrodomestici sono attivi da più di quarant'anni.

La catena è quindi entrata in crisi, attualmente gravata da molti debiti. A fare il punto è il segretario generale della Filcams Cgil di Bergamo, Mario Colleoni, all'agenzia di stampa Agi: "Dopo l'udienza del 23 lugli, in cui si è discusso della richiesta di concordato preventivo avanzata dall'azienda, ci sono due strade: nella migliore delle ipotesi l'amministrazione controllata, nella peggiore il fallimento. In questo momento, a causa del mancato pagamento dei fornitori, nelle sedi operative dei punti vendita i dipendenti si trovano senza internet e altri strumenti per poter lavorare".

Nell'ultima udienza il Tribunale ha chiesto maggiori garanzie sulla solidità dell'azienda. Il sindacalista sottolinea la necessità "di valutare ogni possibilità per permettere ai lavoratori di non perdere il posto per colpa delle mancanze dei dirigenti di Galimberti". Le origine della crisi "sono plurime - prosegue sempre all'Agi -. secondo noi Galimberti non ha reagito in modo adeguato ai cambiamenti del mercato. Mi riferisco al fatto che le quote di mercato detenute dall'online sono aumentate molto negli ultimi anni, questo ha fatto sì che si erodesse il fatturato dei punti vendita classici. Altri gruppi stanno costruendo delle strategie per per rendere il punto vendita semplicemente una sorta di luogo dove osservare il prodotto, per poi acquistarlo sul web".

Fino all'ultimo si è sperato in una possibile ricapitalizzazione della società, finalizzata a sanare la forte situazione debitoria. "Tante promesse ma nemmeno una è stata mantenuta", così la Filcams di Milano e della Lombardia: "Gli errori della società si ripercuotono sui 250 lavoratori che vedono sfumare la possibilità di una continuità del rapporto di lavoro, qualora venisse deciso il fallimento della società".