“Disappunto e preoccupazione”: sono i sentimenti con cui la Cgil Emilia Romagna, insieme alla Filcams Cgil, accolgono la nuova ordinanza balneare della giunta regionale, i cui contenuti – secondo il sindacato – “evidenziano ancora una volta come i temi posti all'attenzione dell'assessorato al Turismo regionale nel tavolo consuntivo anche quest'anno non siano stati accolti”.

Due in particolare i punti maggiormente critici. Il primo, sollevato da anni dalle organizzazioni sindacali, è quello del periodo per il quale i concessionari pubblici e privati sono tenuti a garantire il servizio pubblico di salvamento sulle spiagge dei territori costieri emiliano-romagnoli. “Da anni denunciamo come tale periodo, che va dalla domenica antecedente alla Pasqua fino alla seconda domenica di settembre, non sia sufficiente a garantire la sicurezza dei bagnanti – scrivono Cgil e Filcams –. Infatti, mentre il controllo delle acque a sicurezza dei bagnanti arriva fino al 30 settembre di ogni anno, il periodo di garanzia del servizio di salvamento si ferma, a seconda del calendario, ai primi giorni del mese di settembre, quando le spiagge sono ancora piene di turisti la cui sicurezza è messa a rischio da un'evidente speculazione dei titolari degli stabilimenti balneari”.

Ciò che non può essere accettato per il sindacato è che “il servizio di salvamento venga definito come ‘pubblico essenziale’ solo quando gli addetti decidono di scioperare, mentre quando si deve decidere della sicurezza dei bagnanti diventa solo un costo da evitare”.

Oltre a ciò, la delibera 2019, che da quest'anno non avrà più validità annuale, ma varrà da qui in avanti, prevede un utilizzo delle spiagge libere da parte dei Comuni per iniziative anche oltre i 30 giorni, con il rischio che chi liberamente intende utilizzare le spiagge si ritrovi a non poterne usufruire. “Per questo riteniamo insufficiente che tale decisione sia assunta dai Comuni ‘sentite’ le categorie datoriali e sindacali, senza un parere vincolante di tutti i soggetti e senza la garanzia che tali spazi in quanto bene pubblico siano riservati alla collettività”, commenta la Cgil. 

“Riteniamo quindi di esprimere pubblicamente il nostro disappunto – concludono Cgil e Filcams – precisando fin da ora che sui temi quali la durata del servizio di salvamento, il diritto all'utilizzo delle spiagge libere da parte dei cittadini e la qualità del lavoro nel settore turistico, continueremo a far sentire la nostra voce, richiedendo fin da subito risposte concrete e urgenti per garantire qualità del servizio e del lavoro nel settore turistico emiliano-romagnolo”.