Il 3 novembre scorso l'operaio edile Octav Stroici è morto a Roma nel terribile crollo della Torre dei Conti. Aveva 66 anni. Insieme a lui, in cantiere, c'era il collega Gaetano La Manna, rimasto ferito. Aveva 64 anni. Due settimane dopo, il 17 novembre a Ceccano, paesone a pochi chilometri da Frosinone, Ezio Cretaro è caduto da un'impalcatura ed è morto sul colpo. Anche lui aveva 66 anni. ed era già in pensione. Stava comunque lavorando in un cantiere privato, per una ditta in subappalto.
In provincia di Roma il 12,4% degli operai edili ha più di sessant'anni. Scovare un dato del genere tra le centinaia di micro-cantieri dei 91 comuni della Ciociaria è praticamente impossibile. A livello nazionale, invece, le Casse edili ci dicono che ci sono al lavoro circa 44.000 operai dai 63 anni in su, di cui 16.000 over 65. Senza contare chi lavora in nero.
Le morti a Roma e Ceccano non sono quindi casi isolati. Ci sono migliaia di operai anziani sui ponteggi italiani, anche se a una certa età il rischio di infortuni aumenta vertiginosamente. Eppure sono lì, perché per anticipare la pensione bisogna avere requisiti difficili da maturare, vista la natura precaria e discontinua del lavoro edile. Il Governo Meloni non ha cancellato la Fornero, come aveva promesso, al contrario: ha alzato l’età pensionabile.
A confermarlo c’è l’analisi dell’Osservatorio previdenza della Cgil, da cui emerge che l’aumento dei requisiti pensionistici previsto dal governo nella legge di Bilancio attualmente in discussione avrà ricadute ancora più pesanti su chi già oggi vive di lavoro povero. In Italia quasi un lavoratore su tre - oltre 5,1 milioni di persone, pari al 29% dei dipendenti privati - pur lavorando non riesce a farsi riconoscere un anno pieno di contributi,
“Lavoro povero, pensioni povere, vite non dignitose – denuncia la Fillea Cgil -. A un'età nella quale si dovrebbe essere già a riposo, soprattutto dopo aver svolto lavori usuranti come quelli nell’edilizia, in migliaia sono costretti a continuare. Vogliamo che gli edili vadano in pensione a massimo 62 anni o dopo 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età. Perché lavorare non deve costare la vita”.

























