Indetto lo stato d’agitazione del settore della somministrazione lavoro. La protesta è stata proclamata da Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil, su mandato dell'assemblea dei delegati e delle delegate, a causa dello “stop alla trattativa per il rinnovo del Ccnl, scaduto da 18 mesi, con motivazioni pretestuose”.

Alle associazioni datoriali Assolavoro e Assosomm i sindacati chiedono di “riaprire la negoziazione sulla base della piattaforma sindacale condivisa e votata dai lavoratori e dalle lavoratrici”. Le tre sigle avvertono anche “nei prossimi giorni verranno programmate tutte le iniziative di mobilitazione”.

Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil rilevano che in Italia “ogni anno quasi un milione di persone lavora almeno un giorno con un contratto di somministrazione, e sono circa 530 mila i posti di lavoro gestiti dalle agenzie per il lavoro, in tutti i settori produttivi”. Le mancate risposte alle richieste sindacali sono “mancate risposte alle persone che lavorano e che hanno contribuito nel corso degli ultimi anni a un'importante crescita del settore”.

Per le tre sigle occorrono “tutele e diritti ulteriori che diano certezze e reddito”. Occorre, altresì, che “le agenzie assolvano concretamente il ruolo di datore di lavoro: non possono limitarsi a un approccio esclusivamente da intermediario e devono rispettare leggi e contratti anche in materia di sicurezza sul lavoro”.

Le richieste dei sindacati

“La parità di trattamento sancita dalla legge e dal contratto deve essere la norma, così come occorre prevedere il riconoscimento dell'anzianità di settore, garantire la continuità occupazionale e il contrasto al turn over, caratterizzare con tutele maggiori il tempo indeterminato in somministrazione”, si legge nel documento finale votato dall'Assemblea nazionale dei delegati e delle delegate.

Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil sollecitano pure “l'aumento delle indennità di disponibilità (articoli 25 e 32); il decentramento delle relazioni sindacali, anche aumentando le tutele per i rappresentanti sindacali; la messa in sicurezza del fondo di solidarietà adeguando il finanziamento, incrementando gli importi delle prestazioni della bilateralità ed erogandole nei tempi previsti; il miglioramento della qualità della formazione”.