La notte del 30 agosto 2023, a Brandizzo, i binari sarebbero dovuti restare vuoti per ore. Un’interruzione di quasi quattro ore e mezza era stata programmata per consentire i lavori di manutenzione in sicurezza. Ma la pianificazione si è dissolta tra cantieri concomitanti, decisioni contraddittorie e scelte non verbalizzate. Il risultato: una finestra temporale ridotta a soli novanta minuti e un treno in arrivo mentre gli operai erano già al lavoro.

Lo Spresal, il servizio di prevenzione dell’Asl To3 incaricato dalla procura di Ivrea, parla senza mezzi termini di una “conversazione fra sordi”. Le alternative c’erano, scrivono i tecnici, ma furono scartate o ignorate. Bastava modificare percorsi e orari dei convogli, oppure sospenderne alcuni. Invece prevalse una prassi tollerata, segnata da riunioni senza verbali, continui cambi di programma e informazioni arrivate troppo tardi, quando i piani erano già in corso.

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L’analisi parte da un dettaglio cruciale: il 9 agosto 2023 un funzionario di Rfi annulla l’interruzione programmata per la notte del 30 agosto, sostituendo la decisione presa pochi giorni prima. La ragione? I lavori in contemporanea sulla tratta Trofarello-Asti, che avrebbero imposto deviazioni di traffico. Una scelta che ha messo in moto la catena degli eventi fatali.

Il resto è una sequenza di errori umani: un’email letta con una settimana di ritardo, segnalazioni ignorate, assenza di responsabilità scritte. Alla fine, mentre il capo cantiere cercava di “contrattare” un ulteriore stop con la capostazione di Chivasso, il convoglio arrivava sui binari.

Non è stato trovato alcun documento che indichi chi abbia dato il via libera a procedere in quelle condizioni. Ma per i tecnici dell’Asl resta un punto fermo: chiunque abbia preso quella decisione, non poteva non sapere che il tempo di sicurezza era ridottissimo. La catena di comando intera, non solo i responsabili diretti, portava sulle spalle il peso di un rischio evidente.

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