Cgil e Slc di Milano con Slc nazionale denunciano: “Presso il centro di produzione Rai di Milano si parla insistentemente di un’accelerazione del percorso di vendita dello storico edificio di corso Sempione, preludio al trasferimento di tutta la produzione presso la nuova area del Portello in un “edificio polifunzionale”, parte di un progetto di riqualificazione urbanistica nella zona della ex fiera campionaria. Rumor non smentiti, semmai confermati sia pure informalmente da figure aziendali di rilievo”.

I sindacati spiegano che la Rai, in sostanza, si libera di un edificio storico di proprietà “per poi accollarsi canoni d’affitto esorbitanti (circa 6 milioni di euro all’anno) nel nuovo edificio del Portello. Si tratta a nostro avviso di un’operazione contraddittoria e poco lungimirante, che presenta inoltre un enorme problema: il tempo”.

Il nuovo edificio al Portello sarà pronto non prima del 2029, poi dovranno essere realizzati gli studi tv e radiofonici, regie, sale di montaggio, mentre il prestigioso edificio di corso Sempione progettato da Gio Ponti verrebbe ceduto già nel 2027.

“Ci chiediamo – proseguono le sigle sindacali – dove andranno nel frattempo i circa 900 addetti, tra tecnici, impiegati e giornalisti che attualmente lavorano tra corso Sempione e via Mecenate. Tutti presso i capannoni di via Mecenate, con uno spazio del tutto insufficiente e con problemi strutturali già segnalati all’Agenzia di tutela della salute? In altri spazi provvisori? Non stiamo parlando di uffici con scrivanie e pc, ma di spazi che necessitano di allestimenti tecnici particolari”.

Di tutto questo dovrebbe occuparsi il prossimo cda Rai previsto prima di Natale. La Cgil di Milano e la Slc si oppongono con forza a un’operazione che, se confermata nei termini descritti, “rappresenterebbe un colpo mortale per il futuro del centro di produzione Tv di Milano, che per altro da giugno è privo di un Direttore responsabile, senza alcun dirigente (non giornalista) e che ormai pare allo sbando più totale”.
Si chiede quindi alla Rai di esplicitare un piano industriale che chiarisca quale ruolo avrà essa stessa avrà a Milano, al netto dell’informazione regionale, oltre a un urgente coinvolgimento della politica e delle istituzioni territoriali. “Ciò che è stato annunciato come progetto che valorizza un servizio di interesse pubblico generale – concludono Cgil e Slc - rischia nei fatti di trasformarsi in un disimpegno di Rai sul territorio oltre che un incubo per le lavoratrici e i lavoratori”.