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“Sui dazi c’è un problema che investe non solo le imprese, ma anche i lavoratori. Cominciamo a dire alcune cose chiare: no alle delocalizzazioni, le produzioni non si spostano negli Stati Uniti”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, al termine del tavolo tra Confindustria e sindacati.
“Abbiamo deciso con Confindustria un approfondimento su questi temi nell’incontro del 17 settembre. La vera risposta deve essere politica e industriale – a suo avviso -: non si può investire solo sulle armi o fare investimenti fuori dal nostro Paese. Da questo punto di vista, per affrontare una situazione che porta molti problemi, esiste un nodo concreto che riguarda i lavoratori, le lavoratrici e il loro reddito”.
Il leader della Cgil quindi aggiunge: “Non possiamo pensare di utilizzare i fondi Pnrr, i fondi di coesione o dare alle azienda finanziamenti a pioggia. Dal Governo non è arrivata risposta: peraltro non si capisce bene cos’è questo accordo sui dazi, ci sono versioni diverse tra Europa e Stati Uniti, una cosa è certa, non c’è stata trattativa e sono state accettate tutte le condizioni di Trump. E non sono state tassate le multinazionali né i servizi finanziari”.
Per Landini, insomma, “manca proprio una visione di politica industriale dell’Italia e dell’Europa. Questo il tema che deve essere affrontato. Abbiamo fissato altri due incontri con Confindustria, il 17 e il 30 settembre, insieme ad alcuni approfondimenti tecnici. Abbiamo parlato inoltre di salute e sicurezza, rappresentanza, superamento dei contratti pirati. E poi semplificazione del numero dei contratti, investimenti sulla formazione, certificazione della rappresentanza e misurazione della stessa estendendo le elezioni Rsu e dei rappresentanti per la sicurezza”.
Infine una battuta sui contratti nazionali ancora aperti: “A settembre c’è il nuovo incontro dei metalmeccanici con plenaria a ottobre, la trattativa è ripresa. È ripartito anche il tavolo delle telecomunicazioni. Ora ci auguriamo che in quei tavoli inizi una discussione vera senza pregiudizi che porti al rinnovo dei contratti nazionali, a partire dalla questione salariale”, ha concluso Landini.