C'è traffico intenso in questi giorni sull'asse Campania-Ministero dello Sviluppo Economico. Agli operai della Whirlpool, rientrati da Roma a Napoli con qualche speranza in più sul futuro, visto il piccolo passo avanti fatto nell'ultimo incontro, danno il cambio oggi, 27 giugno, quelli della Jabil di Marcianise (Caserta), che hanno appreso lunedì l'intenzione dell'azienda di aprire una procedura di licenziamento collettivo per 350 lavoratori.

Un’altra multinazionale americana, proprio come Whirlpool, che decide di disimpegnarsi progressivamente dall’unico stabilimento rimasto in Italia. E questo nonostante abbia acquisito negli ultimi anni in provincia di Caserta altre aziende operanti nel settore dell’elettronica: Marconi, Nokia/Siemens e Ericsson che complessivamente impiegavano migliaia di addetti.

La risposta di sindacati e lavoratori non si è fatta attendere. Due giorni consecutivi di sciopero, martedì 25 e mercoledì 26 giugno, con presidio davanti ai cancelli. E oggi, tutti sotto al Mise, dove alle 10.00 è previsto il confronto sulla vertenza. I lavortori sono partiti stamattina alle 5.30 dai cancelli della fabbrica per far sentire la propria presenza in via Molise durante l'incontro.

"La provincia di Caserta, già fortemente colpita dalla crisi industriale e dalla scelta di molte aziende di abbandonare il territorio, non può permettersi un ulteriore depauperamento produttivo ed occupazionale", si legge in una nota di Fim, Fiom, Uilm e Failms, insieme alle Rsu aziendali. Per i sindacati "questo ulteriore vile attacco al territorio e ai lavoratori dimostra la necessità di una politica industriale che rilanci il Mezzogiorno per il futuro del Paese, come già chiesto con forza durante la manifestazione nazionale dello scorso 22 giugno a Reggio Calabria. Ci aspettiamo che tutte le Istituzioni, locali e nazionali, e tutti i parlamentari eletti sul territorio non rimangano spettatori, ma svolgano un ruolo attivo nella vertenza Jabil, per la difesa produttiva ed occupazionale".