Adac è una società tedesca che associa gli automobilisti in Germania e garantisce loro servizi e assistenza nei viaggi all’estero attraverso il supporto delle filiali europee. In Italia la filiale unica è Adac service Italia che è situata a Monza in Via Borgazzi 25-27 e impiega 66 lavoratrici e lavoratori a tempo indeterminato, alcuni di loro hanno un contratto part time verticale stagionale legato alla maggior affluenza dei turisti tedeschi nella nostra penisola in alcuni momenti dell’anno. In questi anni, la filiale italiana è cresciuta in numero di occupati e il livello del servizio attraverso le competenze e le professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori (in prevalenza l’occupazione è femminile con un’età media di 45 anni) è stato molto apprezzato dalla casa madre tedesca e dal riscontro degli associati.

"Gli anni 2020 e 2021 sono stati caratterizzati da una flessione molto importante del flusso turistico che ha in alcuni periodi azzerato le partenze e oltre al dramma dell’emergenza sanitaria che ha colpito fortemente le province della Lombardia si sono utilizzati gli ammortizzatori sociali Covid approvati nei vari decreti del Governo. Nel 2020 è stato annunciato un piano di ristrutturazione 'Ans 2.0' che, nonostante la pandemia, è stato confermato nella sua implementazione in queste settimane attraverso riunioni con i lavoratori svolte in tutte le filiali europee. Nonostante le criticità motivate dalle rappresentanze sindacali dei vari paesi all’interno del comitato aziendale europeo, i contributi tecnici rappresentati in riunioni specifiche dalla direzione italiana e il confronto sindacale dove abbiamo evidenziato la contrarietà dei lavoratori italiani", affermano i rappresentanti dei lavoratori e la Filcams Cgil Monza Brianza.

"il piano viene portato avanti e prevede un impatto molto pesante in termini di trasferimenti di attività dall’Italia e sui livelli occupazionali con conseguenti licenziamenti: le attività dell’amministrazione, che impiegavano 3 lavoratrici, vengono riportate in Germania; le attività di primo intervento telefonico in alta stagione vengono svolte dalla Grecia, già a partire da maggio 2021, riducendo l’impiego dei lavoratori stagionali e nuove assunzioni stagionali; le attività di assistenza sanitaria, che prevedono un livello di competenze elevato per le dieci persone impiegate, verranno trasferite completamente in Spagna da marzo 2020; le attività svolte in orario notturno dalla filiale italiana saranno svolte dalle altre filiali Complessivamente, le persone impiegate in queste attività sono 15-20 persone e la perdita di questi posti di lavoro esporrebbe, oltre le persone coinvolte in un momento difficilissimo dal punto di vista sociale ed economico per la crisi generata dalla pandemia, a forti rischi anche la sostenibilità della sede italiana che perdendo volumi di attività e il valore aggiunto delle attività a maggior contenuto professionale potrebbe subire ulteriori ridimensionamenti", prosegue il sindacato.

"Crediamo anche che il livello di qualità offerto ai soci Adac tedeschi, garantito dall’assistenza diretta delle lavoratrici e dei lavoratori italiani, con questo piano venga compromesso poiché interloquire a tutela del socio con enti, strutture sanitarie, officine di riparazione, fornitori sul territorio italiano non può essere fatto con la stessa efficacia dalle altre filiali per esperienze e competenze culturali consolidate in molti anni. Inoltre crediamo che la responsabilità sociale di un’azienda importante come Adac per la sua storia e per la sua popolarità in Germania, debba prevedere un’attenzione alle persone e soprattutto che in un momento difficile per l’Italia e tutti i paesi europei si debbano evitare operazioni di delocalizzazione che creano disagio economico e sociale ai lavoratori e alle loro famiglie. Fra l´altro, Adac service Italia ha usufruito e sta tuttora usufruendo degli ammortizzatori sociali Covid, mentre in Grecia e in Spagna viene assunto nuovo personale stagionale e fisso per svolgere proprio le attivitá che vengono trasferite dall’Italia, senza che le stesse siano ridotte, se non temporaneamente a causa della pandemia, come in tutta Europa e nel mondo. Chiediamo che questo piano venga cambiato e che vengano mantenute le attività in Italia e i livelli occupazionali; la ristrutturazione non può scaricarsi sui lavoratori italiani", conclude la Filcams brianzola.