Un accordo storico. Così è stato definito dai sindacati il testo siglato da Phonetica, azienda attiva nel settore dei call center in provincia di Forlì e Scl Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil Emilia-Romagna. La decisione dell’azienda di esternalizzare si è trasformata in un piano di cento assunzioni e di trasformazione di contratti da tempo determinato a indeterminato. La trattativa è stata difficile perché si partiva da una situazione molto complicata con l’azienda che aveva dato il via a un percorso di esternalizzazione della propria attività con un appalto alla cooperativa Room.  “Phonetica aveva intrapreso una strada sbagliata – spiega Giuseppe Ledda, coordinatore generale della categoria regionale dei lavoratori della comunicazione della Cgil – perché il piano iniziale prevedeva di trasferire i laboratori presenti all’interno dell’azienda e le eventuali nuove assunzioni a una cooperativa che non applica il contratto delle telecomunicazioni. Appena ne siamo venuto a conoscenza ci siamo attivati con Phonetica e nel giro di quattro mesi siamo riusciti a capovolgere la situazione”. 

 

L’accordo prevede, oltre alla cessazione del contratto d’appalto e la reinternalizzazione dell’attività, la riassunzione del personale già di Phonetica, con il doppio passaggio a tempo indeterminato e dal secondo al terzo livello contrattuale, e l’assunzione dei lavoratori della cooperativa impiegati nella commessa. 

Ledda aggiunge ulteriori fattori di soddisfazione per i sindacati: “Prevedendo un nuovo elemento organizzativo, siamo riusciti a fare sì che Phonetica portasse sul territorio di Forlì nuove commesse e che si assumesse l’onere di cento assunzioni nel prossimo triennio, ma concentrate nel biennio, con la trasformazione da tempo determinato a indeterminato entro la fine del 2022. In questo modo non si produce solamente occupazione, ma buona occupazione, con le stabilizzazioni alla fine del triennio e questo è tanto più importante in relazione alle dinamiche del settore”. 

Sulle difficoltà della trattativa il coordinatore Slc dell’Emilia Romagna vuole dare a Cesare quel che è di Cesare e ricorda “che è sempre difficile fare cambiare idea alle aziende, ma a un certo punto Phonetica ha deciso di mettere da parte il proprio piano e di valorizzare le relazioni industriali. Quella è stata la scelta vera di fronte a un percorso che poteva portare al conflitto o alla valorizzazione delle relazioni e l’azienda ha scelto la seconda via”. 

Un altro valore aggiunto consiste nell’avere portato a casa il risultato senza un’ora di sciopero, nonostante in quattro mesi i momenti duri non siano mancati. “Non so se questo possa essere un modello nazionale – conclude Ledda – perché il settore delle telecomunicazioni è difficile, certo è che questa è l’unica scelta da intraprendere in Emilia Romagna”, a maggior ragione nell’attuale momento emergenziale, durante il quale le lavoratrici e i lavoratori, nonostante le indicazioni sanitarie diffuse, hanno continuato a riunirsi in assemblea, confermando con il loro voto il sì all’accordo e consentendo la sua attuazione già dal primo marzo. 


 Intervista video a cura di Beppe Persichella