Si è chiusa in Regione Veneto la vertenza della Ammann Italy di Bussolengo (Verona), azienda svizzera produttrice di macchine per l’edilizia, iniziata il 14 maggio con l’avvio della procedura per 64 esuberi (su 157 dipendenti). “L’accordo tra azienda e Rsu - spiega la Fiom Cgil territoriale che non ha firmato l’intesa - sancisce, a seguito della scelta aziendale di delocalizzare in Turchia la produzione, il licenziamento dei dipendenti rimasti in produzione, a eccezione di tre lavoratori che saranno ricollocati internamente”.

La Fiom veronese ha dunque deciso di non sottoscrivere l’accordo, invitando “tutti i lavoratori coinvolti ad agire per le vie legali, offrendo loro piena assistenza per l’impugnazione dei licenziamenti, in quanto riteniamo che questo accordo sia fortemente penalizzante”. Chiede alle autorità competenti, inoltre, di fare chiarezza “in merito alla gestione di precedenti licenziamenti, effettuati durante questi mesi, già oggetto di una nostra segnalazione nelle scorse settimane”.

La categoria sindacale afferma di “aver provato tutte le strade percorribili per trovare soluzioni che potessero sostenere i lavoratori e le lavoratrici, diminuendo l’impatto sociale causato da una scellerata scelta di delocalizzare gli impianti da parte della proprietà. Purtroppo, però, ci siamo scontrati con l’inflessibilità aziendale e l’inefficace mediazione regionale”.

L’accordo “non prevede alcun utilizzo degli ammortizzatori sociali per evitare licenziamenti unilaterali, né alcun piano industriale per la garanzia del futuro dello stabilimento, né ancora alcun progetto formativo per aiutare la ricollocazione interna o esterna dei lavoratori coinvolti. Ma sancisce unicamente il licenziamento di 26 dipendenti e il solo riconoscimento, a ognuno dei 26 coinvolti, di un incentivo economico per l’accettazione del licenziamento”.