Una sola ispettrice tecnica per più di mille cantieri”. La verità sul crollo di Firenze e su quei cinque cadaveri di operai dimenticati in vita, ce la racconta Micaela Cappellini, ispettrice del lavoro e coordinatrice regionale Toscana per la Cgil all’interno dell’ispettorato del lavoro.

Gli ispettori tecnici sono quelli che materialmente controllano lo stato della sicurezza nei cantieri. Avrebbero dovuto essere 27 nella provincia, ce n’era una sola fino al luglio scorso. “Poi ne sono stati assunti 16 che, data la complessità del lavoro, sono praticamente ancora in formazione”.

Meglio sul lato degli ispettori ordinari, quelli che vanno in cantiere a controllare i documenti: lo stato dei subappalti, l’applicazione dei contratti nazionali, la presenza di nero. Qui, a fronte di un fabbisogno di 50, sono addirittura 23. Insomma, il sotto organico e l’emergenza sono condizioni strutturali.  

E Firenze è stata pure fortunata. A Siena in tutto sono 17. A Carrara, dove ci sono le cave, situazioni a rischio da controllare, sono in 15 e due tecnici appena assunti sono andati via alla prima occasione.

Il cantiere di via Mariti

“Il cantiere in via Mariti era stato visitato dall’Asl nell’ambito del programma grandi cantieri. Ci passavano ogni due mesi – racconta Micaela Cappellini –. Noi non c’eravamo stati ma comunque avevamo notato, da esterni, senza entrarci, che il cantiere stava crescendo a dismisura, velocemente, molto, molto velocemente, con una grossa accelerazione dei lavori. Era evidente. Probabilmente è vero che hanno iniziato a correre per consegnare. Da un giorno all’altro il cantiere era molto più grande”.

“Quello che è sicuro è che c’era una catena di subappalti. E in questi casi accertare la sicurezza è molto complesso. Dai dati del pm, è certo che alcune delle vittime non erano regolari e che ci fosse l’applicazione anomala di un contratto collettivo diverso da quello edile. Pane quotidiano per noi ispettori”.

Contratti metalmeccanici in cantiere. Perché?

Perché si applica il contratto metalmeccanico al posto di quello edile? “Il contratto edile è molto più rigoroso sulla formazione specifica sui rischi e ha una serie di clausole volte a evitare che ci sia il cosiddetto lavoro grigio, quello per cui assicuro una parte del lavoro e un’altra la pago in nero, fuori busta”. Ci fa un esempio? “Nell’edilizia non è possibile il part time. Mentre i metalmeccanici possono essere inquadrati come part time”.

È plausibile che un metalmeccanico lavori in un cantiere? “Sulla materia ci sono circolari vecchie che dicono che l’ispettore deve indagare sulla cosiddetta prevalenza delle mansioni. Significa, in sostanza, che io ispettore interrogo l’operaio e gli chiedo fattivamente che tipo di lavoro svolge, cercando di individuare se il suo lavoro è proprio della metalmeccanica o edile. Spesso tutti fanno le stesse lavorazioni e quindi la metalmeccanica è fuorviante”.

Anche su questi aspetti tuttavia Micaela Cappellini denuncia la condizione degli ispettori che sono sostanzialmente “ad armi spuntate”, spesso soli a prendere decisioni davanti a una normativa confusa e contraddittoria.

Ma questo cantiere era particolarmente irregolare? “Le situazioni emerse in questo cantiere si verificano molto spesso. C’è un livello di irregolarità contrattuale inimmaginabile tra chi non è del mestiere. In un settore come l’edilizia che è sempre quello dove, da dati Inail, si verificano il maggior numero di infortuni mortali”.

Irregolarità endemica in Italia

La verità è che “l’irregolarità è endemica ormai in Italia, non c’è differenza tra il centro di Firenze e il resto del Paese. Io credo che tutta la politica italiana usi il lavoro nero e insicuro come comodo ammortizzatore sociale, altrimenti sarebbero state altre le decisioni”.

Ma è possibile che dopo molte ore non si riuscisse neanche a capire quanti fossero i dispersi e non fosse disponibile una mappatura delle presenze? “Purtroppo l’irregolarità endemica del sistema Italia nel lavoro determina che non sia possibile verificare chi lavora in quel cantiere in un determinato momento. In cantieri molto grossi si dovrebbe fare l’appello e dovrebbe essere presente, per ogni ditta in subappalto, un referente di quella stessa ditta che controlla lo svolgimento dei lavori, altrimenti si tratta tecnicamente di somministrazione fraudolenta di manodopera. Ma il subappalto è considerato soltanto come un risparmio sui costi”.

A Firenze su 988 ispezioni le irregolarità sono state 724

Torniamo al principio. Su Firenze e provincia per oltre mille cantieri, un solo ispettore tecnico e 23 ordinari. In che situazione si lavora? “A fronte di un organico così ridotto, l’ispettorato è riuscito a fare 1231 accessi ispettivi in materia di salute e sicurezza, chiudendo le ispezioni a 988. Le irregolarità verificate, su 988 ispezioni, sono state 724, una percentuale superiore al 70%. Possono sembrare poche o tante 1231 ispezioni – ci dice Micaela Cappellini –. In realtà gli ispettori che controllano i documenti spesso lavorano a mano per calcolare i recuperi contributivi, per recuperare gli stipendi, aprendo i contratti e facendo i calcoli sui fogli Word. Non hanno un programma informatico di supporto perché spesso va in down, non c’è un accesso a banche dati comuni. Questo è il grande problema di aver creato un’agenzia a costo zero come l’ispettorato nazionale. Senza investimenti è rimasto atomizzato, ogni pezzo con i propri vertici, le proprie banche dati informatiche, le proprie circolari. In quest’ottica il lavoro degli ispettori a Firenze è stato encomiabile”.