Le frecce tricolori a disegnare, nel plumbeo cielo di Roma, un enorme dito medio. Nei sogni più reconditi della presidente Meloni è questo l’omaggio da recapitare a quel che resta dell’opposizione dopo il cappotto agli ultimi ballottaggi. Tutti a bocca aperta e occhi all’insù mentre sul selciato dei Fori Imperiali il rumore roboante dei panzer cingolati accompagnano, gaudenti e gagliarde, le mimetiche per celebrare e onorare questo radioso 2 giugno. La Festa della Patria che fu della Repubblica, diventa il teatro ideale dove glorificare l’ascesa indiscussa dell’underdog della Garbatella. Generale d’armata anti-rave, condottiera dell’etnia avversa, tulipano nero del pizzo di Stato. Tutti sugli attenti, dunque. Ammirati da cotanto ardore. Il ruggito della leonessa rimbomba in un Paese di pecorelle smarrite. Sparito quel barlume di sinistra. E spariti pure i nostalgici di quando c’era Lui. Perché adesso c’è solo e soltanto Lei.