“Ho detto alla collega di andarsene perché mi dispiaceva per lei. Penso che mi avrebbe ucciso se avesse avuto qualcosa in mano o mi avrebbe ucciso comunque di botte. Ho iniziato a barcollare. Allora mi sono allontanato uscendo dal cancello, ma lui mi ha inseguito e ha continuato a picchiarmi: non so quante botte mi ha dato”. È una testimonianza drammatica quella rilasciata alla Fp Cgil di Taranto dall’operatore del 118 che ieri pomeriggio, 29 giugno, mentre con una collega prestava soccorso a un uomo a seguito di una lite famigliare a Palagiano, ha subito un pestaggio dalla stessa persona che voleva aiutare, venendo colpito con una testata al volto e pugni al torace.

L’autore dell’aggressione, un 32enne, è stato arrestato. Il video in cui parla l’operatore sanitario, con volto oscurato e voce camuffata, è stato pubblicato sul canale YouTube della Cgil ionica. “Non riuscivo a stare in piedi, a un certo punto – racconta ancora la vittima dell’aggressione, iscritto alla Cgil – mi sono buttato a terra e ho pensato: può fare quello che vuole, non ho le forze per reagire. In quei momenti sei solo, sei completamente solo. E se avessi reagito e lui avesse sbattuto la testa a terra? Cosa sarebbe accaduto? Sarei stato indagato per eccesso di legittima difesa? Sarei stato sospeso dal lavoro? No, mi dispiace”.

Non possiamo più assistere inermi. In gioco – sottolineano il segretario della Fp Cgil di Taranto, Mimmo Sardelli, e il segretario provinciale Alessio D'Alberto – c’è la vita e la dignità di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno, con professionalità e sacrificio, servono la collettività. Chiediamo con forza l’attivazione di un tavolo di crisi aziendale con la Asl Taranto e la convocazione di un tavolo prefettizio che coinvolga forze dell’ordine, sindacati e autorità competenti. La sicurezza di chi lavora per salvare vite deve diventare una priorità assoluta”.